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Dpcm, torna l'autocertificazione: quando è obbligatorio averla con sé e quali sono le zone d'ombra

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Con il nuovo dpcm e la ripartizione dell'Italia in tre fasce di rischio, ritorna l'autocertificazione. Il documento, che va esibito in caso di controlli da parte delle forze dell'ordine, sarà necessario per muoversi durante il coprifuoco, dalle 22 alle 5, per provare che lo spostamento è stato dettato da esigenze di necessità, salute o lavoro. Nella zona rossa, però, l'autocertificazione servirà più spesso, perché non è consentito uscire di casa nemmeno durante il giorno, se non per i motivi già citati o se si va a fare attività sportiva all'aperto e in isolamento o attività motoria, da soli e con mascherina. Per quanto riguarda le esigenze lavorative, come spiega il Corriere della Sera, con l'ultimo dpcm è possibile andare in ufficio o recarsi agli appuntamenti lavorativi, anche al di fuori della propria sede, ma sempre con l'autocertificazione in tasca. Inoltre è possibile uscire di casa per le visite mediche. In quel caso sull'autocertificazione deve essere indicata la destinazione dello spostamento, ma non il motivo, che è protetto dalla privacy.

 

 

 

Poi ci sono i motivi di emergenza. Il provvedimento varato dal governo consente, per esempio, di andare ad assistere una persona anziana, malata o in difficoltà. Nell'autocertificazione sarà necessario scrivere il perché del viaggio, senza dover per forza indicare le generalità della persona. Per quanto riguarda le attività motorie, sono consentite all'aperto e da soli, e in caso di semplice passeggiata è obbligatoria la mascherina. Infine è vietata la mobilità tra zone di colore diverso, a meno che - autocertificazione alla mano - non ci siano esigenze di lavoro, salute o emergenza. Lo stesso vale per chi è in zona rossa: non si può circolare neanche all'interno del proprio Comune, se non per i motivi già indicati. 

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