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Coronavirus, Milano verso il lockdown: già lunedì? Serrata anche per Napoli, Roma, Bologna e Torino

Foto:  Lapresse

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Questione di giorni se non di ore, l'Italia si prepara ad un secondo lockdown. Come ha detto il premier Giuseppe Conte ieri - venerdì 30 ottobre - in Parlamento "siamo nella fase 4". D'altronde gli esperti, ultimo Andrea Crisanti, sostengono che "siamo in ritardo di due settimane sulle chiusure". Insomma caldeggiano queste misure da tempo. Gli oltre 31mila casi registrati ieri non lasciano ampi spazi di manovra e l'Italia nei prossimi giorni si muoverà tra zone rosse, limitazioni degli spostamenti tra regioni e chiusure delle attività nelle aree più colpite. Il piano è già pronto per le città metropolitane in prima fila Milano a seguire Napoli, Bologna, Torino e Roma, tutta osservate speciali e vicinissime al lockdown forse anche da lunedì. Saranno interrotti gli spostamenti tra Regioni. Insomma, lockdown dal 2 novembre in molte delle metropoli italiane (la seconda data presa in considerazione è il 9 novembre, nella speranza che in una settimana il quadro muti in positivo).

Il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina non vuole chiudere le scuole, sul modello del lockdown francese, ma sembra da sola  nel governo a difendere questa opposizione. È prevista per oggi una nuova riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione di maggioranza. Si apprende da fonti di Italia Viva. Una riunione, si specifica, "per capire quali scelte definitive prendere su scuola". Le stesse fonti sottolineano che !Iv ha stigmatizzato la scelta di concedere alle regioni di andare avanti in ordine sparso suile chiusure scolastiche".  Il Pd si muove con assoluta prudenza dopo aver fatto della scuola uno dei cavalli di battaglia per le aperture in sicurezza. Ma tra i Dem si fa spazio anche la linea del rigore, sostenuta dagli esperti e dal ministro della Salute Roberto Speranza. Il governo ha  una manciata di giorni per decidere e Conte resta fermo sulla sua linea di attendere, prima di ogni decisione, la verifica degli eventuali effetti del Dpcm. Ma, intanto, il virus corre e torna a scatenare le fughe in avanti delle Regioni.
 

Sono 11 le regioni classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata di SARSCoV-2 e Calabria, Lombardia, Piemonte e la provincia di Bolzano sono nello scenario 4. Delle 11 regioni, 5 sono considerate a rischio alto a titolo precauzionale ma il dato non è attendibile perché la sorveglianza è insufficiente al momento della valutazione. Altre 8 Regioni e Province autonome sono classificate a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese. Quelle a rischio alto sono l'Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, la Puglia, la Sicilia, la Toscana, la Valle d'Aosta e il Veneto.

L'epidemia in Italia è in "rapido peggioramento" e ancora compatibile con uno scenario di tipo 3 ma in evoluzione verso uno scenario di tipo 4. Si segnala che in alcune Regioni italiane la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4 con rischio di tenuta dei servizi sanitari nel breve periodo. Si conferma pertanto una situazione "complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose Regioni"

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