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Lockdown a Milano, Beppe Sala contro Roberto Speranza: "Idea del ministro o del consigliere? Ora sarebbe sbagliato"

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Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e quello di Napoli, Luigi De Magistris hanno scritto una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere chiarimenti in merito alle esternazioni fatte ieri - martedì 27 ottobre - dal consulente del ministero Walter Ricciardi che ha parlato di un lockdown mirato per "Milano e Napoli". 

"Stamattina ci siamo sentiti con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, perché ieri il consulente del ministero della Salute, il professor Ricciardi, ha evocato un lockdown a Napoli e Milano - ha spiegato Sala in un video suoi social -. Abbiamo scritto al ministro per chiedergli se quella è un'opinione del suo consulente o è un'opinione del ministero e, nel caso fosse un'opinione del ministero, se è basata su dati e informazioni che il ministero ha e noi non abbiamo".

Il punto è la chiusura o meno delle due città. Ieri il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha detto che "non ci sono le condizioni per la chiusura" e di aver "altri 15-20 giorni a disposizione" ma per diversi esperti epidemiologici in realtà il margine sarebbe piuttosto esiguo tanto più che gli ospedali sono in affanno. Anche il premier Giuseppe Conte non esclude un lockdown: "Se rispettiamo le norme abbiamo buone chance di affrontare dicembre con serenità, in caso contraro ci sarà il lockdown", ha affermato Conte. Inoltre, Fontana ieri ha seccamente smentito una notizia del Messaggero secondo la quale era pronto il piano per varare un lockdown in Lombardia.

Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei Pronto soccorso lombardi ha illustrato  una curva di crescita esponenziale dei contagi, "l’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei Pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale". Pessimista anche il direttore delle Malattie infettive del Sacco, Massimo Galli: "Potremmo non dovere aspettare". 

Secondo Fabrizio Pregliasco  virologo dell’Università degli Studi di Milano, invece, si può attendere: "Aspettiamo 15-20 giorni per valutare gli effetti", dice riportando  uno studio recente sulla rivista scientifica Lancet (su cui si basano anche le affermazioni di Fontana) che "ci dice che i primi effetti delle misure non farmacologiche si apprezzano già 8 giorni dopo l’introduzione".

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