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Scuola, al liceo Manzoni di Milano iscrizione solo se abiti in centro e con la media del 9

Enrico Paoli
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 Selezionare per distanziare, la filosofia di fondo. Il merito come metodo, magari sin troppo rigido. Magari. Fatto sta che, a partire dal prossimo anno scolastico, per essere ammessi al liceo Manzoni, uno dei più gettonati del capoluogo lombardo, sarà necessario avere almeno la media del nove e la residenza in centro. Sono questi due dei requisiti per essere ammessi alla scuola media superiore. Il motivo, come riportato nei criteri di ammissione per la prima dell'anno scolastico 2021/2022, è dettato dall'emergenza Coronavirus. Da un lato gli spazi sono pochi e quindi si potranno fare solo otto classi, spiegano dall'istituto, dall'altro gli studenti che già ci sono, soprattutto quelli che sono ora in prima, avranno bisogno di essere «riorientati» e quindi «è bene cercare di accogliere nelle classi prime quegli studenti che, ragionevolmente, è prevedibile siano molto motivati e non bisognosi di un eventuale riorientamento». Due quindi i requisiti per potersi iscrivere in uno dei licei più blasonati della città: uno meritocratico (ovvero la media del 10 o del 9 in seconda media in italiano, matematica e inglese) e uno territoriale. Sulla base di questi fattori sarà data la precedenza ai ragazzi con voti alti, residenti in zona 1, ovvero in pieno centro.

 

 

 

 

A seguire le zone più vicine. Il Consiglio di istituto ha approvato le nuove norme con 15 voti favorevoli e 4 contrari ma a non tutti gli studenti, com' era facilmente prevedibile, la novità è piaciuta. E cosi ieri pomeriggio gli studenti del liceo, dopo l'ultimo giorno di scuola in presenza, dato che da lunedì riprenderà per tutte le superiori la didattica a distanza, hanno organizzato un picchetto informativo e di protesta. «Troviamo inammissibile», hanno spiegato sui social del Collettivo politico Manzoni, «che una scuola pubblica, che dovrebbe essere accessibile a tutti e a tutte, ponga così spudoratamente un limite alle iscrizioni». Va detto che il meccanismo del numero chiuso, in alcune facoltà universitarie, esiste da tempo. Nonostante l'avversione degli studenti, il buonsenso gli ha indotti a «evitare» un corteo, proprio per non creare assembramenti. I ragazzi si sono messi distanziati lungo il corridoio della presidenza e una delegazione è stata ricevuta dal vicepreside.

«Il tema del sovraffollamento, che ormai non può più essere ignorato», hanno spiegato, «rimane solo ed esclusivamente di facciata, grazie ad una mossa strategica pensata per portare il nostro Liceo ad essere sempre più vicino all'ideale scuola dell'eccellenza». ma «non vogliamo una scuola elitaria che vede i suoi studenti e le sue studentesse come semplici trofei di cui potersi vantare, lasciando indietro chi non ha avuto la possibilità di ricevere un'istruzione che concedesse una media dell'8 o chi ha bisogno di più tempo, di maggiore esperienza, chi crede non siano i voti a determinare le proprie capacità». Il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha espresso la sua solidarietà agli studenti. Da lunedì, intanto, si riparte con la didattica a distanza in tutte le scuole superiori della Lombardia. Al liceo Beccaria un gruppo di ragazzi si è presentato con tute e cappuccio bianchi perché «ci sentiamo fantasmi, nessuno ci ha consultato». 

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