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Vincenzo De Luca e la protesta a Napoli contro il lockdown, due arresti. Il Viminale. "Azione preordinata, camorra, ultrà ed estremisti"

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Due arresti a Napoli dopo le violenze in strada venerdì notte, quando a partire dalle 23 migliaia di persone si sono riversate in piazza per protestare contro la decisione del governatore della Campania Vincenzo De Luca di porre in lockdown l'intera regione. Le due persone finite in manette sono due 32enni già noti alle forze dell'ordine per spaccio di droga e saranno processati per direttissima con l'accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. 

 

 

 

"Vuoi chiudere? Dacci i soldi", rilanciavano commercianti e negozianti rivolgendosi a De Luca, stremati dalla prospettiva di una nuova chiusura generale. Ma la protesta civile e di massa è presto degenerata in violenza brutale contro le forze dell'ordine, prese a colpi di spranga, bastoni, fumogeni e bombe carta. Per questo il Viminale  ha parlato espressamente di "azioni preordinate". Non si è trattato dunque, di una "protesta spontanea" o perlomeno non solo. Gli inquirenti sospettano del coinvolgimento non solo di gruppi di estrema destra come Forza Nuova (che aveva invitato sui social a scendere in piazza contro la "dittatura sanitaria"), ma anche criminalità organizzata, camorra e mondo ultrà.

 

 

 

Nicola Morra, presidente M5s della commissione Antimafia, ha riferito di una "sapiente regia" messa in atto da uomini dei clan della Pignasecca, del Pallonetto e dei Quartieri Spagnoli, anche loro in piazza con i manifestanti. E Matteo Mauri, viceministro dell’interno con delega alla Pubblica Sicurezza, ha aggiunto che "non si è trattata di una protesta spontanea, ma di azioni preordinate, organizzate nella quasi totalità da frange di tifosi violenti, da ambienti criminali, anche legati a settori dell’estremismo politico». «Sono delinquenti – ha aggiunto Mauri – che risponderanno di quello che hanno fatto".

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