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Coronavirus, i pm indagano sui morti in Molise: "Responsabilità penali attribuibili allo Stato italiano"

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Carla Ferrante
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998 è il numero identificativo scritto sul fascicolo della Procura della Repubblica di Campobasso, che dovrà far luce su una serie di fatti e circostanze in merito alla gestione dell'emergenza Covid-19 in Molise. Secondo la nota dell'associazione dei consumatori italiani, lo scorso aprile il Codacons chiedeva alla procura di Campobasso di «accertare la sussistenza di eventuali responsabilità penali per le gravi omissioni che potrebbero essere la causa dei decessi per il Covid-19 laddove i decessi siano avvenuti per la mancanza di cure adeguate e pertanto per inefficienze attribuibili allo Stato italiano () di accertare le cause della morte di eventuali nessi di causalità tra i decessi e l'inadeguatezza del Sistema sanitario; il ritardo o il rifiuto di ricovero o il ritardo o rifiuto del trasferimento in altro ospedale in caso di saturazione dei posti letto nell'ospedale di riferimento territoriale del deceduto; accertare eventuali responsabilità per tutti quei reati che riterranno ravvisabili».

In seguito alla denuncia presentata dal Codacons, lo scorso 16 ottobre, al protocollo 4988 dell'azienda sanitaria della regione Molise, il direttore sanitario dell'ospedale Cardarelli, Celestino Sassi, indirizzava a tutti i direttori Responsabili delle Unità complesse del nosocomio la richiesta di acquisire per il procedimento penale 998 tutti i referti (documentazione clinica) per ogni morte avvenuta a causa del Covid-19; fornire una relazione su tutti i decessi avvenuti in casa per i quali si è venuti a conoscenza, anche attraverso le dichiarazioni dei prossimi congiunti, che il deceduto aveva chiesto di essere ricoverato e gli sia stato rifiutato il ricovero per mancanza di posti letto negli ospedali; comunicare tutti i casi di rifiuto di ricovero per mancanza di posti letto nei reparti di terapia intensiva e di mancato trasferimento in altre strutture , anche private nelle zone limitrofe. Il periodo di riferimento è lungo: dal 19 febbraio all'8 ottobre scorsi.

 

 

La necessità è individuare falle e responsabilità per morti che si sarebbero potute evitare. Intanto la situazione all'ospedale Cardarelli, secondo alcune indiscrezioni, non sembra sia migliorata rispetto alla prima ondata del Covid-19, che aveva trovato tutti impreparati. Pare che non sia più accessibile la terapia intensiva del Cardarelli, unico Hub della regione. Un paziente Covid è stato intubato e dunque la terapia intensiva sarà utilizzata solo per i casi Covid e per mancanza di una T.I. non sono usufruibili neppure le sale operatorie. Dunque stop forzato agli interventi chirurgici. Una situazione che però non piace ai cittadini, alle associazioni a difesa della salute pubblica e a quella parte della politica che già lo scorso giugno aveva sottoscritto la necessità di individuare come unico centro Covid l'ospedale di Larino. Proposte non prese in considerazione neppure a Roma, tant' è che lo scorso 9 ottobre il dg dell'Asrem Florenzano riceve l'ordinanza 29 del commissario straordinario per l'emergenza coronavirus Arcuri, che nomina l'Asrem soggetto attuatore per la realizzazione dell'hub Covid al Cardarelli e per la riorganizzazione della rete emergenziale regionale. Punto focale dell'intervento la struttura attigua e separata del Cardarelli, un tempo l'hospice e che oggi ospita i pazienti Covid.

Nel seminterrato i nove posti di terapia intensiva e ai piani superiori il reparto di malattie infettive, una sala operatoria dedicata al Sars Cov2 e un passaggio aereo per tenere distinti il percorso Covid dal non Covid. Tra gli interventi in programma anche la ristrutturazione dei pronto soccorso dei tre ospedali regionali con zone dedicate al Covid. Quello che spaventa sono i tempi di realizzazione, non meno di 4 mesi. Troppi perché l'ondata emergenziale è già a pieno ritmo, con una curva del contagio che continua a preoccupare. Il timore è che ci si possa trovare di fronte ad una situazione ingestibile per carenza di reparti salvavita sufficienti a gestire contemporaneamente l'emergenza sanitaria e la routine. 

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