Valentino Talluto, l'untore dell'Hiv di Roma: "24 anni di carcere, ha contagiato 29 partner sessuali e un bambino"
Nel processo d'appello bis a Roma Valentino Talluto, "l'untore di Roma" responsabile del reato di lesioni gravissime ai danni delle sue inconsapevoli vittime contagiate con l'Hiv, è stato dichiarato colpevole non solo di aver contagiato 29 partner, ma anche di aver trasmesso il virus ad altre quattro persone, tra cui indirettamente al fidanzato di una sua delle vittime e a un bambino figlio di un'altra ragazza. Il processo di appello bis non ha riservato sconti, anzi ha portato all'aggravamento della condanna da 22 a 24 anni di carcere per Talluto, 36 anni, romano.
La sentenza dei giudici della Corte d'Assise d'Appello arriva nel processo bis dopo la decisione dei giudici della I sezione penale della Cassazione che il 30 ottobre di un anno fa aveva confermato la responsabilità di Talluto e disposto un nuovo processo, accogliendo i ricorsi della Procura Generale e delle parti civili di cui due rappresentate dall'avvocato Irma Conti, in relazione a quattro episodi che gli erano stati contestati e dai quali era stato assolto. Talluto, per il quale non è stato riconosciuto il resto di epidemia dolosa, era stato condannato in primo grado il 27 ottobre del 2017 a 24 anni di carcere per lesioni gravissime. L'11 dicembre 2018 la pena era poi stata ridotta in Appello a 22 anni per lesioni gravissime con dolo eventuale e assolto per 4 casi di ragazze che secondo l'accusa erano state contagiate da lui. Oggi la conferma della condanna di primo grado a 24 anni con il riconoscimento della responsabilità anche per gli altri casi che si erano costituiti nel procedimento.
Centinaia i rapporti non protetti, chiesti dall'uomo alle partner con la scusa di provare più piacere, e alcune volte ha anche approfittato di ragazze giovanissime e inesperte. Anche di donne incinte. Un bambino è venuto al mondo sieropositivo. Su 57 donne identificate per aver avuto rapporti sessuali con lui, 32 hanno contratto la malattia, mentre altre 25 si sono salvate grazie agli anticorpi.
Talluto sapeva di essere affetto da Hiv e dal marzo 2015 sapeva anche di essere indagato, ma fino al giorno prima del suo arresto, avvenuto il 23 novembre del 2015, ha continuato ad avere rapporti non protetti, provocando "danni immensi con "volontà pianificatrice", come aveva affermato il pg Simonetta Matone nel primo processo d'appello. Quello a Talluto è il primo processo del genere svoltosi in Italia.