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Attilio Fontana, il report del Cts decisivo per il coprifuoco in Lombardia: la previsione sulle terapie intensive per il 31 ottobre

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Il report elaborato dal Comitato tecnico scientifico regionale è stato decisivo per decidere il coprifuoco in Lombardia. Una scelta coraggiosa dal punto di vista politico, quella operata dal governatore Attilio Fontana, che davanti ai freddi numeri ha preferito varare misure più stringenti rispetto a quelle previste dall’ultimo Dpcm firmato da Giuseppe Conte. Stavolta la Lombardia ha giocato d’anticipo rispetto ad altre regioni in cui il contagio corre in maniera uguale se non addirittura più veloce, tenendo presente che la densità abitativa dell’area metropolitana di Milano (dove l’indice Rt è lievitato fino a 2,34) è una minaccia troppo seria in questo momento per non intervenire in maniera più pesante.

D’altronde la previsione del Cts regionale sulla curva epidemiologica parla chiaro: con il ritmo attuale al 31 ottobre potrebbero risultare circa 600 pazienti in terapia intensiva (rispetto ai 113 di ieri) e fino a 4.000 ricoverati con sintomi. Numeri troppo grossi per non correre ai ripari subito dinanzi alla seconda ondata che è ormai esplosa: “Ora non c’è un minuto da perdere e serve cambiare marcia - ha dichiarato Antonio Pesenti, coordinatore dell’unità di crisi lombarda per le terapie intensive - in Germania Angela Merkel è andata in tv e ha chiesto a tutti di stare a casa. Solo che qui se lo dico solo io non mi crede nessuno”. 

 

 

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