
Coronavirus, il primo caso di delazione a Vinovo: "Venite, sono più di sei". Ma erano sei e tutti con mascherina

Ve lo ricordate l'appello della scorsa domenica di Roberto Speranza a Che tempo che fa, l'invito alla delazione contro chi riceve più di sei persone in casa? Appello che fece discutere e che, stando ai retroscena, non piacque né a Giuseppe Conte né a Sergio Mattarella. Bene, La Stampa dà conto del primo caso di delazione. Appello accolto, insomma, con finale grottesco. Siamo a Vinovo, dove un uomo ha chiamato le forze dell'ordine dopo aver visto qualcosa che reputava sospetto nel soggiorno del vicino di casa: troppe persone, di sicuro più di sei.
"Una critica da bambini". L'insulto di Bersani a Giorgia Meloni: vietato infuriarsi per il "forza delazione" di Roberto Speranza
E i carabinieri sono prontamente intervenuti, hanno bussato alla porta indicata del delatore e sono entrati in casa. E qui iniziano lo sorprese. La prima: erano sei, dunque il limite massimo "raccomandato". Poi la seconda, ancor più clamorosa: tutte le persone in casa indossavano la mascherina. Nemmeno fosse una barzelletta, anche se chi ha ricevuto gli agenti a casa semplicemente perché stava cenando non avrà riso più di tanto. I poliziotti, va da sé, si sono scusati e hanno tolto il disturbo.
Una vicenda emblematica, al netto del finale grottesco, che dovrebbe far riflettere Roberto Speranza, il quale si era già prodotto in una scivolosa marcia indietro nei giorni successivi. Al tempo del coronavirus, in Italia, accade che qualcuno si prenda la briga di chiamare la polizia non per schiamazzi, confusione o illegalità. Ma semplicemente per "rancori" di vicinato e perché sospettoso che qualcuno, in casa sua, abbia ricevuto più di sei persone. Forse, il ministro della Salute, dovrebbe riflettere.
"Dateci il documento". Fdi trascina il governo in tribunale. Il motivo? Questo piano segreto sull'epidemia
Dai blog

Suburra, la Roma corrotta dal potere allo scontro finale
