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Dpcm, le raccomandazioni del Cts su scuola, ristoranti e smart working: ora è tutto in mano a Conte

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Giuseppe Conte è pronto a riprendersi la scena politica dopo il letargo estivo. E ovviamente non è un caso che accada proprio adesso, con il governo sotto accusa per essersi fatto trovare impreparato dalla seconda ondata di coronavirus. Soltanto cinque giorni fa il premier aveva firmato un Dpcm con nuove misure restrittive, che però risultano già superate alla luce della curva di contagio che è cresciuta in maniera imponente per quattro giorni consecutivi, oltrepassando i 10mila casi nelle ultime 48 ore. Preoccupano anche i numeri ospedalieri: il fatto che circa il 95 per cento degli attuali infetti giornalieri è asintomatico non deve ingannare perché il 5 percento rappresentato dai ricoverati si traduce in quasi 500 persone al giorno.

Per questo da Palazzo Chigi fanno sapere che nella serata di domenica 18 ottobre il premier Conte terrà una conferenza stampa per svelare le nuove restrizioni. Al momento non vi è certezza su quali misure annuncerà, ma le linee guida trapelate dalla riunione del Comitato tecnico scientifico sono piuttosto chiare. Spetterà a Conte e alla sua squadra di governo decidere se seguirle alla lettera o essere più indulgenti per evitare di urtare troppo l’opinione pubblica, fermo restando la possibilità delle Regioni di applicare misure più stringenti in caso di necessità. Gli esperti del Cts hanno suggerito innanzitutto di considerare “l’adozione di orari scaglionati per l’ingresso in presenza degli studenti universitari e delle scuole di secondo grado. Una criticità importante è rappresentata dal trasporto pubblico locale che non sembra essersi adeguato alle rinnovate esigenze, nonostante il Cts abbia evidenziato fin dallo scorso aprile la necessità di riorganizzazione”.

Inoltre è arrivata la raccomandazione di incentivare lo smart working “sia nell’ambito del settore pubblico che in quello privato” e di limitare temporaneamente “la fruizione di eventi a grande aggregazione di pubblico (congressi, fiere, ecc.) ed altri assembramenti di persone spontanei o comunque organizzati”. Poi il Cts ha sottolineato la necessità di limitare il numero massimo di persone che possono condividere lo stesso tavolo nei ristoranti e la “assoluta esigenza” di “tempestiva diagnosi, monitoraggio ed efficace tracciamento dei contatti attraverso il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, mediante azioni di reclutamento attivo”. Per fare ciò è necessario potenziare i sistemi diagnostici e rafforzare la medicina del territorio, “eventualmente con il supporto del sistema nazionale di protezione civile”. 

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