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Coronavirus, l'allarme delle imprese: "Meglio un lockdown adesso che a Natale". Per ogni settimana di chiusura 16 miliardi di perdite

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Un lockdown a Natale sarebbe un suicidio economico e rischia di costare  sedici miliardi di euro a settimana. A quantificare il costo settimanale di una serrata ha provveduto, scrive il Messaggero, il Centro studi di Confindustria che lo fissa in 0,8 punti percentuali di Pil. 


"Nei mesi scorsi abbiamo stimato una perdita di Pil pari allo 0,8 per cento per ogni settimana di lockdown nazionale. Non è facile però in questo momento fare calcoli accurati sul costo di un'eventuale serrata natalizia perché non abbiamo un riferimento preciso sulla tipologia di lockdown che verrà eventualmente applicata nel caso si arrivasse a un tasso di contagio molto elevato. Sappiamo però che l'intensità dell'impatto sul Pil dipende dall'ampiezza e dal numero delle aree in cui vengono introdotte misure di contenimento delle attività e degli spostamenti delle persone, oltre che dalla quota di valore aggiunto territoriale suddiviso tra industria e servizi", spiegano dal Centro studi dell'associazione. 

 


Il costo settimanale di un lockdown natalizio rischia di superare quello registrato prima dell'estate. Per il vice presidente di Confindustria Maurizio Stirpe "bisogna agire con prudenza, evitando soluzioni drastiche che darebbero il colpo di grazia ai timidi segnali di ripresa. Bisogna seguire l'evoluzione giorno per giorno - dice al Messaggero - valutando le esigenze quotidiane, la situazione delle terapie intensive, i dati generali. E bisogna stare attenti a non soffocare l'economia che ha già tanto sofferto". A Viale  dell'Astronomia il segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli attacca: "Le aziende che rappresentiamo, oltre 500 mila, hanno subìto mediamente durante il primo lockdown un calo del fatturato del 60 per cento, ma in caso di lockdown natalizio l'asticella si alzerà ulteriormente. Per un'impresa su tre questo si tradurrà in un colpo da ko. Bisogna evitare a tutti i costi un nuovo stop alle attività produttive e potenziare al contrario le altre limitazioni capaci di abbassare la curva. Meglio il coprifuoco, soluzione scelta da Parigi, che una nuova serrata".

Confcommercio sottolinea l'importanza dei consumi sotto Natale, solo nel mese di dicembre, valuta il Centro Studi di Confcommercio, la spesa complessiva per consumi vale circa 110 miliardi di euro su un totale annuo di 900 miliardi: "Considerato che nel 2020 si avrà a consuntivo una perdita rilevantissima di spesa, pari a 116 miliardi di euro, che impatterà anche su dicembre, allora il prossimo Natale, pure per la grande quantità di risparmio forzoso accumulato dagli italiani durante il lockdown, potrebbe costituire per milioni di famiglie un'occasione per effettuare acquisti desiderati e rimandati. Se prevarrà la prudenza sulla paura si potrebbero osservare favorevoli sorprese in concomitanza con le prossime festività".

 Secondo Mariano Bella, capo dell'Ufficio studi di Confcommercio, ci sono 30 miliardi di euro di consumi aggiuntivi da salvaguardare a dicembre. " Oggi il 10 per cento delle realtà del commercio al dettaglio, 270 mila imprese, rischiano di chiudere definitivamente, ma in caso di lockdown natalizio il numero delle aziende in questa situazione è destinato a crescere, diventeranno almeno 330 mila. Per questo diciamo no a una nuova serrata".

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