Coronavirus, nel dpcm mezzi pubblici ignorati: le foto che mettono in imbarazzo il governo
Stanno facendo discutere molto alcune dichiarazioni di Sergio Iavicoli, membro del Comitato tecnico scientifico che si occupa dell’incidenza del contagio sui mezzi pubblici. Il governo presieduto da Giuseppe Conte sta ricevendo molte critiche perché nel Dpcm si interviene sulla sfera privata delle persone, con tanto di “forte raccomandazione” a indossare la mascherina anche in casa se si ricevono ospiti, ma non c’è alcun accenno alla situazione dei mezzi pubblici, che fanno registrare assembramenti molto pericolosi in tante città italiane.
Roma è considerata un punto di riferimento dall’esperto del Cts, secondo cui non ci sarebbe alcuna correlazione tra l’aumento dei contagi delle ultime settimane e l’utilizzo dei mezzi pubblici da parte dei cittadini: “I dati ci dicono che il numero dei passeggeri della metropolitana è mediamente inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno anche grazie alle misure adottate. Non vi sono evidenze sostanziali di focolai riconducibili a questi spostamenti”. Iavicoli ha però ammesso che ci sono delle “giornate di criticità” che potrebbero essere risolte “potenziando i servizi” e “adottando un tipo di organizzazione per evitare affollamenti”. Che è esattamente ciò che chiedono i molti critici del nuovo Dpcm.
Anche perché non è di certo solo Roma ad avere problemi con i mezzi pubblici: a Milano la situazione non è migliore, come testimoniato da uno scatto di Selvaggia Lucarelli che ritrae la fermata della metro di Cadorna. “Ma a cena in sei, mi raccomando”, è il commento sarcastico della giornalista di Tpi in merito all’assembramento. Che è molto pericoloso in un periodo in cui i contagi stanno salendo in maniera importante: la responsabilità non può però essere scaricata sui cittadini che hanno l’esigenza di spostarsi e comunque cercano di attenersi per quanto possibile alle norme anti contagio, tanto che è difficile trovarne uno che non indossi la mascherina sui mezzi pubblici o in attesa degli stessi.