Coronavirus, Andrea Crisanti: "Rischiamo di perdere il controllo", sui tamponi è polemica col governo
Il coronavirus, con 2.500 contagi al giorno da inizio ottobre, mette di nuovo in allerta gli italiani, ma per ora i numeri non devono spaventare. A spiegarne il motivo è il virologo Andrea Crisanti: "A questi livelli la nostra capacità diagnostica è adeguata. Se però la trasmissione aumenta rischiamo di non controllarla più". Le regioni più colpite al momento sono il Lazio e la Campania, ma questa concentrazione geografica non sorprende Crisanti, perché si tratta di territori estremamente popolosi e il virus va a sfruttare proprio i contatti tra le persone. Al Nord, secondo il virologo, la popolazione rischia di contagiarsi meno, perché il virus della prima ondata ha lasciato "tracce emotive profonde".
Esclude, invece, un'eventuale immunità di gregge nell'area settentrionale. Un'indagine sierologica, condotta nella Val Seriana, l'area più colpita della Lombardia, ha rivelato che il 42,3% dei cittadini, quasi una persona su due, ha gli anticorpi. E questo ha fatto pensare a un'immunità di gregge. Ma Crisanti non è d'accordo: "Per quello ci vuole il 70%, non il 50, sempre che l'immunità protegga davvero e non lo sappiamo ancora", spiega al Fatto Quotidiano. Sul caso scuole, invece, con 900 istituti già toccati dal virus, il virologo dice che con 8 milioni di ragazzi c'era da aspettarselo: "900 scuole saranno 2-3 mila casi". Poi però aggiunge che il governo non l'ha ascoltato sul versante tamponi. Lui, infatti, aveva proposto di farne 3-400 mila al giorno, così da aumentare la capacità diagnostica, mentre oggi se ne fanno poco più di 100 mila e non tutti i giorni.