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Coronavirus, ecco le misure possibili per i prossimi sette mesi. Il nodo-Natale, un data cruciale

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"Resistere con il coltello tra i denti per sette, otto mesi". E' questa l'unica strada da percorrere in attesa del vaccino contro il Covid-19, secondo il ministro della Salute Roberto Speranza. Il bollettino di giovedì primo ottobre, che registrava 2.548 nuovi casi e 24 morti, ha rimesso gli italiani in allerta. Cosa accadrà nei prossimi mesi? Il governo ha escluso un nuovo lockdown generalizzato, non sarebbe sostenibile in un Paese che è già in piena crisi economica. Bisognerà, però, continuare con le misure di sicurezza necessarie a contrastare la diffusione del Covid: mascherine, distanziamento e lavaggio delle mani.

 

 

 

Diverse regioni, come Campania, Calabria, Sicilia e Lazio, hanno deciso di imporre l'uso della mascherina anche all'aperto. Adesso però l'obbligo di coprire naso e bocca, ogni volta che si è fuori casa, potrebbe essere esteso a tutta Italia. Non bisogna dimenticare, poi, gli anziani, "la parte più forte del Paese, ma anche la più fragile, di cui è necessario prendersi cura soprattutto in questo periodo difficile", come ha ricordato il ministro della Salute. Bisognerà, quindi, limitare le tavolate di famiglia ed evitare contatti fisici con figli e nipoti. Inoltre, è già stato imposto il divieto di riunire più di 200 persone al chiuso, regola che vale per cinema, teatri, palazzetti dello sport. Continua, invece, lo stop alle discoteche. 

Poi ci sono le festività. Quello di quest'anno sarà il primo Natale in era Covid e sarà, per forza di cose, diverso da quelli passati. Probabilmente saranno più lunghe le file davanti ai negozi (dove può entrare solo un numero ristretto di persone), faremo più spese online e rimarremo in Italia, lasciando aeroporti e alberghi vuoti ancora per un po'. Per quanto riguarda ospedali e trasporti, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia rassicura: "Le terapie intensive sono sotto controllo e anche i trasporti reggono, non ci si ammala sui treni a lunga percorrenza". Poi c'è il lavoro. Quasi sicuramente, in caso di risalita dei contagi, diverse aziende chiederanno ai propri dipendenti di lavorare in smartworking. Resistere, infine, può significare anche lo stop del campionato: "La priorità sono le scuole non gli stadi", per dirla con le parole di Speranza, che sul vaccino spera vada tutto liscio. Il contratto con AstraZeneca prevede 2, 3 milioni di dosi a fine anno.

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