Inps, con lo Spid vengono esclusi 12 milioni di pensionati: l'ultimo controsenso
"Dal primo ottobre il Pin Inps lascia il passo all'Identità unica Digitale che ci permetterà di offrire servizi sempre più personalizzati e vicini ai cittadini", così ieri - giovedì 1 ottobre - Vincenzo Caridi, Direttore generale vicario Inps. Peccato però che dodici milioni di pensionati rischiano di restare fuori da un sistema che nei fatti doveva avvicinare la pubblica amministrazione ai cittadini ma che sulla carta anziché rendere più semplice l'utilizzo dei mezzi digitali per una fascia di popolazione complica le cose e non poco.
"La buona notizia è che 4 milioni di loro, il 25% quindi, già possiedono il pin, e potranno continuare a usarlo per tutta la fase di transizione, che durerà qualche mese. Quella cattiva è che ci sono 12 milioni di pensionati senza pin che per accedere ai servizi online dell'Inps ora devono obbligatoriamente dotarsi delle credenziali Spid, ma per i meno informatizzati non è una passeggiata. In migliaia già si sono rivolti a noi perché tagliati fuori dal portale", spiega al Messaggero il segretario nazionale del Sindacato pensionati italiani della Cgil Raffaele Atti.
Video su questo argomentoCaridi (Inps): “Con lo Spid il cittadino può accedere a tutti i servizi della PA”
La procedura per acquisire lo Spid è tutt'altro che immediata bisogna rivolgersi ai gestori delle piattaforme, cui Poste, Tim, Aruba per aprire un account e verificare l'identità del richiedente, tutti processi che possono essere fatti con uno smartphone avanzato e sicuramente con una manualità digitale che non appartiene a molti pensionati, ma solo. Per portare a compimento l'operazione servono dai 5 ai 20 minuti a seconda del gestore che si adotta.
Lo Spid non è una novità è attivo già dal 2016 ma sino ad ora ha acquisito soltanto 4,5 milioni di utenti (dati 2019). Stando ai numeri lo Spid però continua a rimanere un servizio per giovani: giusto il 3,5 per cento delle identità attive appartiene a over 65, mentre una su tre è stata richiesta da cittadini con un'età compresa tra 18 e 44 anni.
"Chi ha solo un semplice cellulare, come la gran parte degli ultrasettantenni, si sente inevitabilmente escluso", avverte il presidente dell'Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona. A conferma della rilevanza della questione, l’Inps ha reso noto che su 27 milioni di Pin, fino ad oggi rilasciati, solo 4 milioni sono stati richiesti da pensionati (su un bacino nazionale di 16 milioni). In altre parole, l’Istituto previdenziale riconosce che esiste un problema di disagio digitale tra i pensionati e che va affrontato.