Rosetta Ingargiola incatenata a Montecitorio. Bechis e Storace, l'atto di accusa a Di Maio e Conte sui pescatori ostaggio in Libia
"Mi fido e non mi fido". Rosetta Ingargiola, mamma di Pietro, uno dei pescatori di Mazara del Vallo rapiti e incarcerati dai libici un mese fa con la falsa accusa di traffico di stupefacenti (per rimandarli a casa, le milizie chiedono che il governo italiano liberi quattro scafisti condannati in via definitiva) si è incatenata a Montecitorio per protestare contro il silenzio e le lentezze del nostro governo.
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Ha appena incontrato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte, ma il faccia a faccia con le istituzioni, confida a Franco Bechis e Francesco Storace, direttore e vicedirettore del Tempo, di non essere stato tranquillizzata affatto. Finora, l'unica prova sulle condizioni del figlio è stata fornita da una sola telefonata concessa dai loro carcerieri. "Non stanno bene loro e non stanno bene noi - si è sfogata la signora Rosetta -, il governo deve fare qualcosa".
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