Willy Monteiro, i fratelli Bianchi: "È caduto, nessuno l'ha colpito", ma spunta questa foto
“Wily è caduto e si è rialzato, nessuno di noi lo ha colpito”. Si apre così il pezzo di Repubblica su quelle che definisce le bugie dei fratelli Bianchi, finiti in carcere assieme a Mario Pincarelli con l’accusa di omicidio volontario. I tre sostengono di essersi trovati lì quasi per caso e di aver visto poco o niente, ma soprattutto di non c’entrare nulla con la morte di Willy Monteiro. Gabriele e Marco Bianchi si limitano a parlare di spintoni: “L’ho spinto perché stava discutendo in gruppo - ha dichiarato il secondo - è caduto ma poi si è alzato e sono andato via. L’ho spinto con le mani, non gli ho dato un calcio al torace. Non ho dato nessun colpo, Pincarelli e Belleggia non hanno dato colpi”.
Eppure ci sono almeno quattro testimoni oculari che indicano nei fratelli Bianchi gli assalitori di Willy: loro si difendono, negano tutto e non hanno idea di cosa possa aver ucciso il ragazzo. Gli inquirenti però non credono a quanto dicono, ma anzi ritengono che i tre arrestati stiano recitando un copione stabilito forse quella notte stessa a bordo dell’Audi sulla via del ritorno. Però, fa notare Repubblica, un amico di Willy è riuscito a fotografare il suv nero mentre si dileguava: grazie a quell’immagine i carabinieri di Colleferro li hanno arrestati. Ora si scopre che c’è un’altra foto nel fascicolo dell’inchiesta: è stata scattata alle 3.49 dopo il pestaggio e ritrae una sosta con due ragazze in minigonna prima della fuga. Tra l’altro a smentire la versione dei fratelli Bianchi è Belleggia, che davanti al giudice ha offerto la seguente versione: “Marco sferra a Willy un calcio sul petto, Willi cade indietro sulla macchina. Gabriele si dirige verso l’amico di Willy e lo picchia. A quel punto è iniziata la rissa con pugni e calci, io cerco di scappare per paura. Dicono che Pincarelli abbia dato colpi a Willy mentre era a terra, ma io non li ho visti. Willy? Lui non c’entrava nulla”.