Coronavirus, Lucia Azzolina fa ricorso contro l'ordinanza del Piemonte: "La febbre si misura a casa". Anche Crisanti la smentisce
Lucia Azzolina versus regione Piemonte. La causa? La misurazione della temperatura degli studenti. Secondo il ministro dell'Istruzione è necessario che la febbre venga misurata a casa dalle famiglie, "perché non è giusto che allievi contagiati utilizzino i mezzi di trasporto per arrivare a scuola". La pensa diversamente Alberto Cirio, presidente del Piemonte. Il 9 settembre, infatti, ha emanato un'ordinanza che impone agli istituti l'obbligo di verificare la temperatura dei ragazzi e rimandare indietro chi supera i 37 gradi e mezzo.
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Ecco perché adesso Lucia Azzolina dice che l'esecutivo potrebbe impugnare il provvedimento: "Non si può a quattro giorni dall'apertura cambiare le regole del gioco. È una questione di rispetto per le famiglie e per i dirigenti scolastici. Non escludiamo la possibilità di aprire un contenzioso con la Regione Piemonte".
Ma anche Andrea Crisanti, virologo direttore di Microbiologia all’università di Padova, è intervenuto per dire la sua. Intervistato da Repubblica, ha spiegato: "La misurazione della temperatura è una cosa seria, non può essere delegata a otto milioni di famiglie. C’è chi la misura sulla fronte, chi nell’orecchio, chi sulla lingua, chi sotto l’ascella e per di più con termometri diversi". E a chi gli ha fatto notare che non c'è personale scolastico sufficiente per prendere la temperatura all'ingresso, Crisanti ha risposto che esistono sensori elettronici che funzionano senza l’aiuto di alcun tecnico, come quelli installati negli aeroporti o in molte aziende.