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Immigrazione, violenze tra profughi al centro di accoglienza in Sardegna: i sani non vogliono i contagiati

Man. Cos.
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Rimane molto alta la tensione al centro d'accoglienza per migranti di Monastir, nel sud della Sardegna, nelle scorse settimane teatro di disordini e anche di fughe da parte di migranti - e proprio ieri sono stati registrati altri 19 arrivi. Risse continue, attacchi anche contro gli agenti di Polizia. L'altra notte, poi, un episodio quasi paradossale: insulti e botte fra gli stessi migranti. Più precisamente, fra ospiti "sani", risultati negativi al tampone del Cornavirus, e altri invece per i quali è stato accertato il contagio.

 

Un gruppo si è dunque avvicinato allo stabile in cui si trovavano per l'appunto gli ospiti risultati positivi al tanpone. E dagli iniziali insulti si è passati alle mani: son dovuti intervenire i poliziotti. Motivo della rissa sarebbe proprio il timore dei "non positivi" di essere contagiati perché, come spiega all'Ansa Vincenzo Chianese, segretario generale del sindacato Es Polizia, «gli stessi spazi sono condivisi senza alcun tipo di reale limitazione da migranti risultati positivi al Covid-19, e gli altri ospiti quindi temono di essere contagiati. Da questa situazione tutti i giorni nascono proteste e momenti di tensione, che l'altro giorno sono sfociati in zuffe violente nell'edificio destinato ai positivi, assalito da decine di migranti non positivi.

 

Solo la professionalità dei poliziotti del Reparto mobile ha impedito che la situazione degenerasse». Lo stesso sindacato rivolge quindi un appello alle istituzioni. «Chiediamo al prefetto di Cagliari e al ministro dell'Interno Lamorgese di applicare la legge - spiega il segretario provinciale di Es Polizia, Marco Grandi - trasferendo al più presto possibile in altre strutture più attrezzate tutti i migranti che man mano arrivano a Monastir, e in ogni caso di trasferire immediatamente tutti gli ospiti risultati positivi al Covid-19».

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