Don Fortunato Di Noto, la denuncia del prete "cacciatore di maniaci": "Donne pedofile, una notevole crescita"
Don Fortunato Di Noto, classe 1963, ha festeggiato lo scorso 3 settembre il 29mo anno di sacerdozio, vissuto combattendo contro la pedofilia. Presidente dell'associazione Meter Onlus, che ha fondato nel 1996, in questa intervista ci apre le porte di un mondo terribile che vive quasi alla luce del sole, e le cui vittime sono bambini a volte nati da pochi giorni.
Sale la percentuale di adulti, uomini e donne, che cercano materiale pedopornografico sui siti web: qual è la motivazione alla diffusione di questa pratica?
«La perversione. Il cyber pedofilo è un individuo (maschio e femmina) perverso anche nella realtà, cerca e trova nella rete la possibilità di soddisfare le sue fantasie sessuali senza contravvenire alle regole morali che la società in cui vive gli impone. Inoltre riesce a soddisfare in maniera virtuale (e anche reale, quando concretizza l'incontro dopo l'adescamento) l'abuso. Tutto ciò contribuisce a una maggiore devianza. Ci sono tanti tipi di pedofili e di pedopornografia, per ogni tipo di "soddisfazione": dai neonati ai prepuberi (massimo 13 anni). L'ultima denuncia di Meter è stata quella su 38 bambini fatti violentare da cani. Il fatto è stato documentato e denunciato alle varie Polizie di mezzo mondo».
Secondo i dati del vostro annuale report, è in aumento il numero dei casi di pedofilia tra le donne. Da figura materna ad aguzzina: cosa sta succedendo?
«Le donne non solo sono in aumento: sono passate da un ruolo di copertura dei loro compagni di vita (sapevano e non denunciavano) a pedofile attive. Non è più una rarità trovare foto e video di donne che abusano di bambini. In alcuni casi ci sono anche forme di crudeltà sessuale inaudita. Il male non conosce o distingue il genere sessuale. Quando tutto si riduce ad oggetto di godimento per la propria personale perversione, tutto diventa possibile».
Parafilia o caduta dei filtri che regolano i comportamenti sociali? Nel primo caso entriamo nella sfera psichiatrica dei disturbi dei comportamenti sessuali, nell'altro caso di un processo di estremizzazione sul criterio di libertà sessuale: come s' insegna il significato di libertà a chi l'ha frainteso?
«Più volte mi ripeto e insegno ai tanti giovani e famiglie che incontro che l'amore è la vera libertà. Ma l'amore non è tale se finalizzato a fare ciò che si vuole nel non rispetto dell'altro, della sua identità autentica, della sua fragilità, della sua libertà di decidere. L'ideologia e la "lobby pedofila" insiste molto sul fatto che la pedofilia non sia perversione, né una patologia psichiatrica o un disturbo: dicono, e sono migliaia i portali e i siti pro pedofilia, che il pedofilo nasce pedofilo, che la pedofilia è un orientamento sessuale come un altro, che i bambini possono esprimere un consenso anche sessuale, che esistono i pedofili virtuosi, che voglio il bene dei bambini. Tutti concetti che le lobby pedofile sostengono e promuovono. E tutto alla luce del giorno, senza che nessuno o quasi, culturalmente e anche scientificamente, si contrapponga. La preoccupazione è che tutto, tra non molto, si normalizzi. Ribalto la domanda: denunciare di neonati abusati sessualmente, questo fatto criminoso, è accettabile? Come mai nessuna reazione sociale, politica, culturale? Tutto tace. E questo fa molta paura».
In Olanda la pedofilia non è condannata al pari delle altre nazioni, al punto che nel 2006 nacque una sorta di "partito dei pedofili". Il governo olandese non è mai apparso troppo preoccupato.
«Non mi alletta l'idea di pubblicizzare i portali (e quindi le organizzazioni, gruppi, rete di singoli) che promuovano la pedofilia come lecita. Sono migliaia. La Giornata dell'Orgoglio pedofilo si celebra impunemente da più di vent' anni, e fui uno dei primi a denunciare questa subdola e pervasiva ideologia. Esiste anche la Giornata di Alice Day, e per le donne pedofile si raccolgono fondi per la causa, vendendo gadget e quant' altro. Un vero e proprio sistema stratificato e "convincente". Da alcuni soggetti sono stato anche minacciato».
Esistono canali web come Signal o Telegram su cui si accettano richieste per la realizzazione di video di abusi su minori: accade perché consapevoli di essere inafferrabili o perché si fa poco per contrastare la pedofilia?
«Partiamo da un numero riscontrabile: Meter Onlus ha denunciato a diverse polizie nel mondo, anche quella italiana, dal 2003 al 2019 l'attivazione di 174.731 links puri di pedopornografia; solo nel 2019, 7.074.194 foto e 992.300 video (età dei bambini coinvolti: da pochi giorni fino a 13 anni, l'età preferita dai pedofili); 61.525 denunce (un'enormità), spesso non prese in considerazione per l'approfondimento e l'indagine. Durante il lockdowm sono state centinaia le segnalazione alla Polizia Postale di canali social dove non solo venivano adescati i minori, ma gli stessi, o per gioco o perché ricattati, producevano a loro volta materiale erotico. A volte con situazioni cruente indicibili. Si deve fare di più. Prendere in considerazione una segnalazione (magari con una maggiore ed efficiente cooperazione internazionale, cosa che tenuamente si sta sviluppando) potrebbe salvare tanti bambini dalla schiavitù sessuale. Perché è di schiavitù che si parla».
Oggi i genitori hanno poco tempo per badare ai figli e spesso, per farli stare buoni, consentono l'uso del computer o dello smartphone in età prepuberale. Come si può risolvere il problema del controllo sull'accesso dei minori a internet?
«Non dobbiamo demonizzare l'utilizzo della nuova tecnologia. È più un problema educativo e di auto responsabilità. I genitori sono i primi dipendenti. Dovremmo iniziare da loro per un percorso di utilizzo responsabile. I bambini in molti casi, se aiutati, percepiscono il pericolo. Non possiamo farli naufragare sul web. Sono sufficienti un po' di pazienza e disponibilità. Sul sito di Meter, www.associazionemeter.org, si può trovare tanto materiale per un uso corretto e consapevole di internet»