Viviana Parisi, la procura studia i messaggi Facebook prima della scomparsa: "È come se avessi incontrato la matrigna cattiva"
Viviana Parisi il 17 marzo era stata in ospedale. Una dottoressa del pronto soccorso di Barcellona Pozzo di Gotto scriveva: "La paziente riferisce di sensazioni di sconforto e crisi di ansia legati al particolare momento di lockdown". Il 28 giugno, il marito accompagnò d'urgenza Viviana al pronto soccorso del Policlinico di Messina perché aveva ingerito 8 compresse di un farmaco utilizzato per il "trattamento dei disturbi psicotici acuti e cronici", ovvero, scrive Repubblica, malattie mentali di una certa gravità. Il medico del pronto soccorso annotò: "Riferisce di avere problemi psichiatrici. È in cura al reparto di Psichiatria". La polizia però ha accertato che non è così. Perché quella bugia?
La procura di Patti vuole vederci chiaro. Ma chi, e perché, aveva prescritto quel farmaco così forte a una donna che continuava ad andare tranquillamente in auto con il suo bambino? Il marito di Viviana ha sempre detto che la "moglie non era in cura, ha solo preso per quattro giorni due pillole e poi ha smesso". Il procuratore Angelo Cavallo sta studiando tutti i post che aveva scritto sulla pagina Facebook "Express Viviana", appassionata deejay. Ce n'è uno in particolare, del 9 luglio, che oggi suona come un drammatico presagio: "È come se avessi incontrato la matrigna cattiva e fossi scappata nel bosco nascondendomi dal mondo. Il suo mondo mi rapì sia con il cuore che con la mente. Mi travolse. Prima di tutto mi coinvolse un senso di protezione quindi iniziai ad aver cura di tutto il suo grande universo", si legge sulla pagina di Viviana.