Pensioni, la grande fuga: 400mila italiani si godono soldi, mare e zero tasse all'estero
Viene in mente la scena finale di Mediterraneo (Premio Oscar nel '92 come miglior film straniero) quando il sergente maggiore Nicola Lorusso, interpretato da Diego Abatantuono, profondamente deluso dall'Italia torna nella minuscola isola greca di Megisti per trascorrervi la vecchiaia. V'era stato una quarantina d'anni prima assieme a sette improbabili commilitoni per stabilirvi un presidio durante la seconda guerra mondiale. A Megisti, paradiso dell'Egeo a ridosso delle coste anatoliche della Turchia, Lorusso ritrova il tenente Raffaele Montini e l'attendente Antonio Farina. Quest'ultimo, innamoratosi mentre era in armi della prostituta Vassilissa, con la complicità di Lorusso si era imboscato in un barile di olive riuscendo a disertare il ritorno in patria imposto dai soldati inglesi. Con Vasilissa aprì una taverna, e Montini, tornato qualche tempo dopo, cominciò a dargli una mano nell'attività.
Di pensionati italiani in partenza per la Grecia, nelle prossime settimane, potrebbero esservene parecchi. Non per trascorrervi le vacanze, o meglio, non solo. Molti potrebbero partire per ottenere la residenza fiscale. Se si concretizzerà quanto scritto nella bozza di bilancio messa a punto dal governo di Atene l'aliquota verrà fissata al 7%, indipendentemente dall'ammontare dell'assegno, e resterà in vigore per 10 anni. Il piano punta ad attrarre quanti più stranieri possibile, ovviamente non solo italiani, per rilanciare i consumi interni precipitati prima a causa della devastante crisi economica e ora per la pandemia. L'aliquota, dicevamo, è unica, a differenza dell'Italia dove varia dal 23 al 43%.
30 SETTEMBRE
I tempi sono stretti. Se la proposta diventerà legge chiunque sia titolare di una pensione potrà presentare richiesta del beneficio entro il 30 settembre. Di norma per ottenere la residenza fiscale occorre risiedere in un Paese per 6 mesi. Da capire come uscirà il testo definitivo. Punto imprescindibile è l'iscrizione all'Aire, l'anagrafe degli italiani all'estero. La Grecia prova a seguire l'esempio del Portogallo, dove in una manciata d'anni si sono trasferiti 3mila italiani. Residenza fiscale ma non solo, dato che molti, per via del clima favorevole e della migliore qualità della vita, vi resta gran parte dell'anno. Il Portogallo aveva perfino azzerato il prelievo sui redditi percepiti all'estero puntando forte sul maggior potere d'acquisto dei pensionati. Poi ha rivisto la misura portando il prelievo al 10%: non è un paradiso fiscale, ma se pensiamo all'Italia lo è eccome.
ALLE ISOLE CANARIE
Alle isole Canarie, Spagna - di fronte alla costa occidentale del Marocco - i pensionati pagano il 13%. Anche qui sole tutto l'anno e costo della vita inferiore del 20-25% rispetto al Nord Italia: le mete che vanno per la maggiore sono Tenerife e Gran Canaria. Tra le nazioni più gettonate c'è la Tunisia, che ovviamente ha lo svantaggio di essere fuori dall'Unione Europa ma è appena sotto all'Italia e permette l'esenzione dell'80% della pensione estera. In sostanza i pensionati che decidono di trasferirsi in Tunisia sono sottoposti a una tassazione del 20% sul lordo.
LA GRANDE FUGA
È un fuggi-fuggi dal Paese di Giuseppi, ma va detto che l'esodo era cominciato già prima. Ora sta diventano sempre più massiccio. Nel 2019, stando agli assegni erogati dall'Inps, sono stati circa 400mila i connazionali in quiescenza che hanno deciso di trasferirsi all'estero. Poco più di 200mila hanno scelto di rimanere in Europa, 90mila hanno preferito il Nord America e 44mila l'Oceania (per la quasi totalità l'Australia). I più benestanti hanno fatto rotta su Cipro: qui, mediamente, il mensile è di 5.400 euro. Da Paperoni anche gli Emirati Arabi, con una media di 3.800 a persona. «Minchia, signor tenente!», direbbe il sergente Lorusso. In Portogallo è di 2.700, in Turchia 2.400, a Malta di 1.900 euro. Da qualche tempo comincia a essere battuto anche l'Est Europa, soprattutto Romania e Bulgaria, non proprio paradisi tropicali. Qui espatriano soprattutto pensionati con entrate modeste ma che nella nuova realtà consentono di condurre una vita decisamente dignitosa, talvolta agiata. Il problema della lingua non è più quello di un tempo dal momento che ci sono vere e proprie comunità di connazionali emigrati.
ROMA CI PROVA
Anche l'Italia, attraverso un prelievo del 7% per 9 anni, sta provando ad attrarre pensionati stranieri. I paletti però sono molto più stringenti: il beneficio è riservato a chi si trasferisce in comuni meridionali con meno di 20mila abitanti. Magari dove il telefono prende poco, internet funziona a scatti e le infrastrutture sono quello che sono. Paradisi, certo. Ma per chi sceglie di fare l'eremita.