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Omicidio Marco Vannini, la madre contro il figlio di Ciontoli: "Chiamò lui i soccorsi? Parole vergognose"

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"Parole vergognose", così  Marina e Valerio Vannini, madre e padre di Marco ucciso a Ladispoli (Roma) tra il 17 e il 18 maggio 2015, hanno definito le dichiarazioni spontanee rese da Federico Ciotoli nel corso della prima udienza del processo bis in corte d'assise d'Appello a Roma per l'omicidio del 20enne. "Neanche una parola per Marco". 

Federico Ciontoli nelle dichiarazioni spontanee  ha sostenuto che, anche quando ha capito che a ferire il 20enne, era stato un proiettile esploso accidentalmente, era certo che il Vannini fosse stato colpito a un braccio. "Che Marco potesse morire", ha detto Federico Ciontoli - non è entrato nella mia testa fino a quando mio padre uscì dalla stanza della caserma dei carabinieri di Ladispoli disperandosi e di risposta alla mia affermazione 'Papà ma ti rendi conto di quello che sarebbe potuto accadere, ti rendi conto che sarebbe potuto andare peggio?'; lui mi disse 'Federì, Marco è morto'. Non lo dimenticherò mai" - ha detto Federico Ciontoli -. Chiesi al maresciallo Izzo come potesse essere possibile che Marco fosse morto per un proiettile nel braccio". 

 

 Ha raccontato i primi momenti della terribile sera quando Vannini dal bagno venne trasportato in camera da letto la situazione "peggiorò di nuovo e Marco cominciò a lamentarsi di più. Continuai a insistere - ha spiegato - per chiamare i soccorsi". Ha poi riferito di aver dubitato che si potesse trattare di uno spavento e di essersi quindi spostato in bagno "dove ho trovato le pistole. Fu lì che dopo un po' trovai il bossolo", ha sottolineato.

Ciontoli ha poi ribadito come si sarebbe "comportato diversamente" se avesse "capito la gravità della situazione". "La verità è che io ho chiamato i soccorsi pensando che si trattasse di uno spavento“, ha spiegato. Aggiungendo che “mio padre diceva che Marco si era spaventato per uno scherzo".

Ciontoli ha poi detto di essere "perseguitato dall’immagine di qualcuno che potesse venire e spararmi alla testa spinto da quello che si diceva su di me in televisione”. 


 "Ancora non riescono a capire che è morto un ragazzo di 20 anni. Continuano a girare il coltello nella ferita", ha detto la madre di Vannini al termine dell’udienza svolta a porte chiuse per l’emergenza coronavirus. Salvo imprevisti la sentenza è prevista per il 23 settembre.

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