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Veneto, il nuovo focolaio? Non solo il manager: la donna cinese positiva al coronavirus che rifiuta di collaborare

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Un mistero aleggia sul nuovo focolaio da coronavirus del Veneto. A far nutrire i sospetti è una donna cinese, collegata al caso indice (quello del manager positivo della Laserjet di Pojana Maggiore che ha rifiutato il ricovero e proseguito la sua vita sociale ndr). La donna, che si è rifiutata di fornire la lista di contatti e informare l'Ulss del suo lavoro, si è presentata il 29 giugno al Pronto soccorso di Schiavonia con vomito, febbre e diarrea. Secondo quanto riportato dal Gazzettino avrebbe prima dichiarato di essere disoccupata, poi ha detto di gestire una profumeria ad Adria e di aver svolto attività anche a Lozzo Atestino, Agugliaro, Veggiano. Tutte zone limitrofe a Vo'.

 

 

Come la cinese anche il manager vicentino non ha voluto informare circa la sua rete di contatti. L'Ulss non è addirittura a conoscenza dei nomi di chi era nel furgone con l'uomo di ritorno dalla Serbia. Viaggio nel quale il vicentino avrebbe contratto il Covid-19.  Ma la rete di persone che hanno avuto contatti si allarga sempre più e a inquietare maggiormente sono i veti posti dai contagiati stessi sulle persone a loro collegate. Dopo la sfuriata di Luca Zaia, governatore del Veneto, anche Ilaria Capua ha voluto dire la sua: "A proposito di gestione della sanità pubblica. Non si va mai in giro con la febbre. Tantomeno durante una pandemia", ha chiosato la virologa senza mezzi termini.

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