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Margno, Mario Bressi e il nuovo orrore: "Ci sono cose che non sappiamo". Crudeltà incomprensibile?

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Brunella Bolloli
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 Perché, insomma, poi i padri separati «soffrono» e vengono lasciati fuori dalla porta come i cani che si vogliono abbandonare. I padri che prima erano il centro del mondo, al pari dei super eroi con il mantello magico e i poteri speciali, pronti ad ogni impresa per i loro figli, all'improvviso perdono fascino, carisma, interesse. «Saluta tuo padre che lo vedrai tra quindici giorni». Forse. Così l'esercito degli ex capifamiglia si sente escluso da tutto, messo all'angolo e medita vendetta. Ma un padre, per quanto triste e incazzato con la moglie che vuole separarsi, può uccidere i suoi figli per vendetta? Noi crediamo di no. Questo può appartenere a un mondo lontanissimo e irreale, alle tragedie greche lette ai tempi del liceo, al dramma della paternità consumato tra Atreo e Tieste, raccontato da Seneca, in cui i figli vengono addirittura mangiati anzi mostruosamente bevuti in un calice sotto forma di sangue per punire l'adulterio della moglie. Oppure, a parti invertite, quando è la madre a compiere l'infanticidio, torna alla mente Medea: lei che non sentendosi più amata da Giasone, uccide i loro figli affinché lui si tormenti e non abbia più discendenza. oggi l'autopsia

 

 

 

Ma qui siamo nel 2020 e la storia di Mario Bressi, l'insospettabile 45enne impiegato lombardo che ha strangolato i suoi gemellini perché non sopportava l'idea di essere lasciato, sconvolge e annienta. Nessuno poteva prevedere un simile epilogo. neanche a posteriori: tanta crudeltà è incomrpensibile. La moglie Daniela Fumagalli ha trovato i corpicini dei bimbi nella casa in montagna a Margno, in Valsassina. Sabato avrebbe dovuto riabbracciare Elena e Diego, belli, sorridenti e con la vita davanti, ma venerdì sera il padre li ha strangolati dopo una gita sui monti e una cena tranquilla. Oggi l'autopsia dirà se i due fratellini 12enni sono stati sedati e quando è avvenuto l'omicidio. Ma poi a che serve sapere l'ora dello scempio? Più utile conoscere se l'amorevole padre avesse studiato nei dettagli il suo piano di morte (l'uomo si è poi buttato giù da un ponte), se avesse premeditato tutto o se qualcosa è scattato nella sua mente. Il raptus non esiste, dicono gli psichiatri, casomai la sua testa non funzionava più, un interruttore si era spento ma nessuno l'aveva capito. Non lo sapeva la moglie che viveva ancora con lui e che altrimenti non avrebbe acconsentito alla vacanza dei figli soli con il papà. «Se avessi avuto un minimo dubbio non li avrei lasciati andare, mi sono fidata» ha ripetuto nella caserma dei carabinieri, piegata su stessa come una pianta senza più rami. Mai la donna gli avrebbe impedito di vedere i gemelli. Sembrava tutto a posto. i telefonini Gli inquirenti hanno ritrovato i cellulari di Elena e Diego nella campana per la raccolta del vetro nella piazza della funivia, vicino alla casa del massacro. L'uomo ha mandato messaggi WhatsApp alla moglie tra le 2 e le 3 di notte prima di suicidarsi. In una lunga lettera le ha scritto: «Non vedrai mai più i tuoi figli e neanche me perché io prenderò il volo». Per questo i militari diretti dal procuratore di Lecco, Antonio Chiappani e dal pm Andrea Frigoni, stanno cercando il suo telefonino. Altri dati potrebbero venire dal computer dell'assassino sul cui profilo Fb gli insulti e le maledizioni sono mischiate a frasi di compatimento e quasi comprensione. C'è chi lo definisce «un poverino che non ci stava con la testa», chi ritiene che «una donna non può non rendersi conto dell'uomo che ha accanto», come se fosse colpa di Daniela se i gemellini sono morti. Titoli infelici come "Il dramma di un padre separato" hanno raccolto indignazione sui social, ma c'è perfino un sito che provando ad arrampicarsi sugli specchi, come i Bressi facevano quando erano felici sulle pareti di roccia, insiste sul fatto che «nel 99% dei casi il prezzo più alto della separazione è a carico dei padri e non soltanto a livello economico». Mario soffriva, lo giustificano. Mai quanto soffre ora una mamma a cui hanno tolto la ragione di vita.

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