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Coronavirus, alla Bartolini "terrorizzati" chiedono il "lockdown del magazzino di Bologna". Misure di sicurezza non rispettate: non usavano mascherine

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"Stiamo chiedeno un lockdown del magazzino di Bologna". Sono terrorizzati i lavoratori della Bartolini per il focolaio di Covid-19 che ha interessato l'azienda di trasporti. Lo ha affermato  Maurizio Lago, segretario della Uil Trasporti Emilia-Romagna. "Noi stiamo chiedendo di fare un lockdown di quel sito. Andrebbe bloccato tutto. Qui si parla della salute dei lavoratori e per noi tra la produzione e la salute dei lavoratori non ci sono dubbi", ha aggiunto. Mentre i Cobas chiedono un incontro urgente al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e al sindaco di Bologna Virginio Merola "per aprire un tavolo di confronto che definisca i criteri di sicurezza e le modalità che permettano ai lavoratori di lavorare in sicurezza" .

La diffusione del Coronavirus, stando a Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell'Azienda Usl, è stata causata da regole mal rispette "che non venivano rispettate in modo sistematico. Qualche volta, le persone non mantenevano la distanza di sicurezza di un metro» o «usavano la mascherina in modo saltuario, quindi non in modo corretto".  Non solo, molti operai tornavano a lavoro non appena "passata la febbre, senza rispettare i giorni di quarantena e l'attenzione di non rimettersi a lavorare". 


Nel distaccamento, situato in una zona artigianale alla periferia della città, tra operai e loro familiari o conoscenti, dopo i tamponi eseguiti dall'Ausl con la collaborazione dell'azienda, sono stati scoperti 64 positivi al Covid-19, si sono registrati due ricoveri in ospedale e, attualmente, a casa in osservazione risultano 192 persone. Programmata una attività di screening per 370 lavoratori e conoscenti, Bartolini Corriere Espresso ha assicurato di stare gestendo la situazione «con estrema attenzione». 
 

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