Cosimo Ferri su Luca Palamara: "L'Anm non lo ha fatto parlare perché sa molto più di quanto ha detto"
“Luca Palamara di cose ne sa, e parecchie. Molte ma molte di più di quelle che ha iniziato a dire”. Cosimo Ferri è uno dei politici finiti nelle intercettazioni, dalle quali è emerso che rappresentava una pedina importante sulla scacchiera di Palamara. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il deputato di Italia Viva ha avvisato la magistratura del pericolo che incombe su di essa: “La verità è che adesso non c’è trojan che tenga. Il pallino è in mano a lui. Resta da vedere se e che cosa Palamara avrà voglia di ricostruire, di dire, di raccontare. Le sue rivelazioni magari aiuterebbero sia la magistratura che la politica a procedere verso una vera separazione dei poteri. Le cose che ha iniziato a dire e i nomi che ha iniziato a fare? Non serve grandissimo fiuto per capire che non siamo neanche all’inizio”.
Ferri però non teme per sé stesso: “Palamara ha chiarito che col sottoscritto c’era un rapporto di amore e odio. La parte relativa all’odio, glielo confesso, mi incuriosisce. Se parlasse e facesse i nomi, per esempio, chiarirebbe perché nel 2012 hanno mandato me, che pure ero stato il più eletto della storia dell’Anm, all’opposizione”. Un argomento che Ferri non ha mai affrontato nelle chat con Palamara: “Certe cose non si chiedono”. Infine il deputato renziano ha espresso il suo parere sulla polemica tra il pm romano e il sindacato delle toghe, che lo ha espulso senza concedergli la possibilità di parlare prima del voto: “Si trincereranno dietro lo statuto per giustificare la scelta di non consentirgli di difendersi. Ma da un giudice ci si aspetta che usi il buon senso e la terzietà anche andando oltre lo stato. Io l’avrei fatto parlare. E comunque, che ci sia stata un’accelerazione nella scelta di espellerlo è fuori di dubbio. Da quando ha iniziato a parlare in tv e sui giornali, c’è stata una grande accelerazione”.