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Coronavirus, nel 2020 stessi decessi del 2015 senza epidemia: il sospetto di Paolo Becchi

Paolo Becchi e Giovanni Maria Leotta
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È vero che l'eccesso di mortalità di questo anno è un caso assolutamente eccezionale, mai avvenuto nella storia recente del nostro paese? Di seguito un'analisi dei dati, mettendo a confronto i dati Istat dei decessi avvenuti nei primi quattro mesi del 2020 in 7.270 comuni italiani (il 92% dei comuni) con i decessi avvenuti, negli stessi comuni e nello stesso periodo, negli anni 2015-2019. Il mese di gennaio 2020 ha segnato a livello nazionale, un significativo decremento di mortalità del -9,73%, sul valore medio degli anni 2015-2019: in tutte le regioni italiane i decessi di gennaio 2020 sono stati inferiori alla media. Anche il mese di febbraio ha fatto registrare un nuovo decremento di mortalità: -3,28% rispetto alla media ei decessi sono calati in quasi tutte le Regioni. Nel primo bimestre, l'anno in corso presenta a livello nazionale un decremento del -6,6% sul valore medio degli anni 2015-2019, con una variazione negativa in tutte le Regioni italiane e flessioni particolarmente evidenti in alcune di esse.

 

 

 

A marzo 2020 c'è stato invece, a livello nazionale, un eccesso di mortalità del 48,55%. Nel primo trimestre 2020, sempre a livello nazionale, i decessi sono saliti del 10,73% rispetto alla media degli anni 2015-2019. Per undici Regioni il valore dei decessi è percentualmente calato o ha avuto un aumento poco significativo. Per quattro Regioni l'incremento è stato compreso tra il 3% e il 10%. Per cinque Regioni l'incremento è stato superiore al 10%. Tale incremento di mortalità non rappresenta un valore mai verificato nell'arco degli ultimi anni. Se si confronta, ad esempio, il dato dei decessi del primo trimestre 2015 con la media dei decessi del primo trimestre degli anni 2010-2014 si nota un incremento del 14,41% e se si confronta il valore del primo trimestre 2012 con la media degli anni 2007-2011 l'incremento è del 12,79%. Ma analizzando i dati dei decessi del primo quadrimestre pubblicati per l'anno in corso con la media dei decessi avvenuti negli stessi comuni negli ultimi 5 anni si riscontra un incremento di mortalità, a livello nazionale, del 15,77%.

Per sette Regioni il numero di decessi del primo quadrimestre 2020 è stato inferiore rispetto al valore medio degli anni 2015-2019 e per altre cinque l'incremento è arrivato fino al 5%. Otto Regioni hanno, invece, avuto un incremento superiore al 10%: Veneto 10,43%, Marche 16,45%, Liguria 18,78%, Piemonte 19,29%, Emilia-Romagna 25,68%, Valle d'Aosta 26,01%, Trentino-Alto Adige 32,35%, Lombardia 65,62%. Alle luce dei dati presentati ci sembra doveroso domandarsi se sia stata proporzionata la chiusura completa del Paese e il suo protrarsi per 55 giorni, dal 10 marzo al 4 maggio, per tutte le Regioni e per oltre 60 milioni di abitanti, senza alcuna differenziazione territoriale. Dai dati a disposizione si può osservare che a livello nazionale ciò che è avvenuto in Italia nel secondo bimestre 2020 costituisce un concentrato di quello che in altre occasioni si è presentato distribuito su tutto il territorio nazionale e diluito su un periodo temporale più esteso. Nel 2020 si è condensato in poche settimane e in otto Regioni (di cui sette nella parte settentrionale del Paese) qualcosa di simile a ciò che è avvenuto nel 2015, ma in un quadrimestre e su tutto il territorio nazionale. Il 2015, infatti, ha avuto un esubero di oltre 29.000 decessi nei primi quattro mesi dell'anno, rispetto alla media degli anni 2011-2014: in quell'anno, in tutte le Regioni italiane, per ben quattro mesi consecutivi, c'è stato un livello di mortalità significativamente superiore rispetto alla media dei decessi mensili dei cinque anni precedenti: gennaio 20%, febbraio 13,1%, marzo 9,92%, aprile 10,56%. Il valore aggregato della mortalità del primo quadrimestre 2015 ha così rappresentato un incremento del 13,54% rispetto alla media dei 5 anni precedenti, in verità, non molto dissimile da quello del primoquadrimestre 2020 (15,77%).

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