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Alberto Zangrillo, messaggio al governo: "Terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità"

Alessandro Gonzato
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Ecco la potenza di fuoco annunciata da Giuseppi! Arrivano i miliardi promessi due mesi fa? Macché! Da parte delle sue truppe piovono dichiarazioni roventi contro il professor Alberto Zangrillo, direttore del reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano, la cui colpa è quella di non aver spaventato la popolazione in diretta tivù. Zangrillo, su Rai Tre, ha detto che «clinicamente il Covid-19 non esiste più», che «i tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni hanno una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli di uno o due mesi fa», che non si può continuare a prestare attenzione a chi si auto-proclama professore. E ancora: «Terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità». Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità e fedelissimo di Conte, ha scatenato la controffensiva: «Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni del professor Zangrillo. Basta guardare il numero di nuovi casi ogni giorno per avere la dimostrazione della persistente circolazione in Italia del virus. Bisogna continuare sul percorso della responsabilità dei comportamenti individuali» ha aggiunto Locatelli «da non disincentivare con dichiarazioni pericolose». Non siamo medici, dunque ci limitiamo a constatare che il numero di nuovi contagi è crollato. E però se c'è qualcuno che ha reso «dichiarazioni pericolose» questi bazzica dalle parti di Palazzo Chigi. «L'Italia è prontissima» diceva a febbraio l'avvocato foggiano. «Abbraccia un cinese!» esclamavano i giallorossi che contemporaneamente davano del razzista ai governatori del Nord perché chiedevano 15 giorni di quarantena per chiunque fosse di ritorno dalla Cina. C'è poi lo studio dell'Istituto superiore di sanità secondo cui se la "fase 2" fosse stata anticipata di qualche giorno oggi ci sarebbero 151mila persone in terapia intensiva. Peccato che stando a tale previsione catastrofista in Italia dovrebbero esserci 100 milioni di abitanti. E meno male che ieri Luca Richeldi, membro del Comitato tecnico-scientifico della Protezione Civile, se n'è uscito così per stigmatizzare le parole di Zangrillo: «Questa è una situazione talmente drammatica che le dichiarazioni a effetto andrebbero evitate, perché non sappiamo che conseguenze potrebbero avere». È il turno di Sandra Zampa, sottosegretario Dem alla Salute: «Invito a non confondere le idee degli italiani». No comment. Anzi sì. La vice di Roberto (nessuna) Speranza, il 13 maggio, sul La7, a proposito delle mascherine che secondo lei si trovavano eccome, aveva affermato: «Se avessimo spiegato alle persone come si fanno in casa ci saremmo risparmiati questo dibattito lunare». Ma sì: una pizza, una torta, una mascherina. Ci sono i medici pessimisti come Walter Ricciardi, consulente di Speranza, i quali dai salotti televisivi hanno spinto per tenere chiusa l'Italia fino alla vendemmia, e quelli in prima linea come Zangrillo, Francesco Le Foche (ospedale Umberto I di Roma, intervistato ieri da Libero), Giuseppe Remuzzi (direttore del Mario Negri di Milano), Matteo Bassetti (a capo della clinica di Malattie Infettive del San Martino di Genova), che sostengono che la malattia oggi fa meno danni, che è lontana parente di quella di fine marzo. 

 

 

«Una cosa che trovo fastidiosa di questo Paese» ha tuonato Zangrillo «è che i clinici siano da una parte e gli scienziati dall'altra. Dobbiamo intenderci sulla qualifica di scienziato, perché se andiamo a vedere i parametri io lo sono molto di più di tanti autoproclamatosi tali, anche facenti parte del Comitato tecnico-scientifico». Anche l'Oms (lo stesso che sosteneva che gli asintomatici non potevano trasmettere il virus) ha risposto a Zangrillo: «Il Covid non è diventato meno patogeno». Pronta la replica: «Non ho mai affermato che è mutato». Il governatore Zaia ha evidenziato che in Veneto l'incidenza dei contagi è inferiore allo 0,6 per mille. Vittorio Sgarbi, su Facebook, è stato un po' meno diplomatico: «Le parole di Zangrillo dimostrano che gli italiani sono stati presi per il culo. È il momento di una Commissione d'inchiesta, è stata distrutta l'economia. I medici che stavano in terapia intensiva sono arrivati a una conclusione onesta, e un gruppo di disonesti, forse in attesa di trovare un vaccino, virologi che non hanno mai lavorato sul campo, hanno dato indicazioni che hanno portato il governo a scelte idiote».

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