Papa Francesco rimuove Enzo Bianchi dalla Comunità Bose: "Situazione tesa e preoccupante, alcuni hanno rifiutato il provvedimento"
Terremoto nella chiesa italiana, Papa Francesco ha rimosso Enzo Bianchi dalla guida della Comunità monastica Bose da lui fondata 55 anni fa. Ad annunciarlo un comunicato pubblicato sul sito internet della Comunità monastica. Lo ha deciso la Santa Sede che lo scorso dicembre aveva disposto una Visita Apostolica "in seguito a serie preoccupazioni pervenute da più parti" che segnalavano "una situazione tesa e problematica nella nostra Comunità per quanto riguarda l’esercizio dell’autorità del fondatore, la gestione del governo e il clima fraterno".
Dopo un "prolungato e attento discernimento e preghiera", la Santa Sede - continua il comunicato - è giunta a delle conclusioni, sotto forma di un decreto singolare del 13 maggio 2020, a firma del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano e "approvato in forma specifica dal Papa". Le conclusioni sono state comunicate agli interessati alcuni giorni fa. "Tale comunicazione - si legge ancora nella nota - è avvenuta nel massimo rispetto possibile del diritto alla riservatezza degli interessati". Alcuni destinatari, però, alla notifica del decreto hanno rifiutato i provvedimenti decisi e questo rifiuto "ha determinato - spiega il comunicato - una situazione di confusione e disagio ulteriori". Fondata da Enzo Bianchi nel 1965, come riferisce stasera l'agenzia Sir, "la Comunità di Bose è composta attualmente da circa novanta membri, tra fratelli e sorelle, di sei nazionalità differenti. Sono praticamente tutti laici, nel solco della tradizione del monachesimo primitivo. Negli anni la comunità è diventata punto di riferimento di spiritualità ecumenica e luogo di dialogo teologico con le chiese ortodosse, protestanti ed evangeliche. Dal 2017, Enzo Bianchi aveva lasciato l'incarico di priore che oggi è ricoperto da Luciano Manicardi".