Carbone della Fials: "Professionisti sanitari, dimenticati dal governo gli eroi di un tempo che fu"
“Ci aspettavamo un Decreto Rilancio che desse finalmente dignità agli operatori della sanità, non una pacca sulla spalla. Il Governo continua a dimenticare i ‘’santi della porta accanto” e vara un decreto che di rilancio ha solo il nome’’ così commenta Giuseppe Carbone, Segretario Generale della FIALS.
Nel decreto e nell’assoluto silenzio, sono scomparsi le mille euro per dipendente impe-gnato nell’emergenza sanitaria da Covid-19, tanto conclamati e promessi dal Premier Conte e dal Ministro della Salute, Speranza e riportati nella bozza dello stesso decreto, come estinti i grandi investimenti per le assunzioni stabili di infermieri, OSS ed altri opera-tori.
I dipendenti -sbotta Carbone- potrebbero essere premiati con un’elemosina, una tantum per l’anno 2020, ed ottenere il riconoscimento dell’indennità di malattie infettive, solo con risorse rinvenienti dai bilanci delle singole regioni se avessero le disponibilità economi-che. Si pensi a quanto avverrà nelle regioni con piani di rientro o piano operativo dove gli operatori sanitari troveranno le porte chiuse dei forzieri regionali. E’ una vergogna ribatte il leader della FIALS.
Il Decreto Rilancio precarizza gli operatori sanitari, favorisce ancor di più i rapporti di lavo-ro flessibili e di co.co.co e le Agenzie Interinali, ma FIALS non ci sta.
“Vogliamo, dice Carbone, un piano di assunzioni straordinarie e a tempo indeterminato per le professioni sanitarie e socio sanitarie per un percorso di continuità assistenziale- territorio, domicilio e persona – che sarà necessario implementare per affrontare la fase 2 dell’emergenza Covid, perché il solo in grado di garantire la medicina territoriale quale unico fattore che si è dimostrato dirimente per la gestione dell’epidemia.
E’ paradossale che a fronte di una carenza cronica che supera di gran lunga le 50 mila unità di infermieri, a cui sommare quella degli altri professionisti sanitari, si incrementino con il decreto rilancio, 3.500 posti letto di terapia intensiva, si stabilisca la riqualificazione di 4.225 posti letto di area semi-intensiva senza alcuna previsione e finanziamento di ri-sorse umane.
E’ vero, anche, che si rafforzino i servizi infermieristici distrettuali con l’introduzione dell’infermiere di famiglia con l’assunzione di circa 9 mila infermieri ma solo a lavoro au-tonomo aumentando il precariato. Al Governo, dichiara Carbone, non chiediamo d’inventarsi qualcosa di nuovo, ma di rispettare il Patto per la Salute 2019-2021.
I professionisti sanitari chiedono riconoscimenti strutturali, aumenti in busta paga non un’elemosina “una tantum”. La risposta non può essere quella di congedi parentali, con una retribuzione solo al 50% o la proroga dei permessi per legge 104 legati al vincolo di esigenze di servizio o l’esclusione di diversi professionisti dal bonus per l’acquisto di ser-vizi di baby-sitting.
Prendiamo atto di avere un Governo volutamente disattento nei confronti dei professioni-sti della salute- chiosa il Segretario Generale FIALS- come altrettanto disattento nel toglie-re, stranamente, dal decreto rilancio lo spostamento della data al 31 dicembre 2020 per i requisiti della stabilizzazione dei medici e delle professioni sanitarie.
Auspichiamo, conclude Carbone, che almeno si avvii al più presto una programmazione per il rinnovo contrattuale che dia realmente valore ai nostri professionisti, un tempo (già passato a quanto pare) chiamati Eroi. La FIALS, comunque, non ci sta a questo decreto rilancio ed ha approntato i diversi emendamenti da inviare al Parlamento.