Silvia Romano, la scelta del nome Aisha: la bimba promessa sposa a Maometto, fulcro dell'islam
Al rientro in Italia, Silvia Romano ha spiegato di essersi convertita all'islam: "Il mio nome ora è Aisha", ha spiegato agli inquirenti. Conversione che sarebbe avvenuta spontaneamente, a metà della prigionia, quando ha chiesto e ottenuto un Corano che la avrebbe spinta a credere in Allah e nel suo profeta, Maometto. Dunque, è giusto interrogarsi sulla scelta del nome: cosa significa, Aisha? Il nome, come spiega ilgiornale.it, è un omaggio ad Aisha bint Abi Bakr, figlia di Abu Bakr, primo califfo dell’islam. E ancora, Aisha è stata la più importante delle spose di Maometto: secondo il Corano, Aisha sposò Maometto per superare il lutto della moglie Khadija nell'anno 619.
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Quando Aisha venne promessa sposa a Maometto aveva soltanto sei anni e pare fosse la figlia di uno dei migliori amici del profeta. A far scattare il matrimonio sarebbe stata la visione dell’Arcangelo Gabriele che avrebbe dato l’ordine a Mamometto di sposare Aisha; le nozze si sarebbero consumate quando lei aveva nove o dieci anni e Maometto 50. Però, secondo altri studiosi dell'islam, Aisha al momento delle nozze avrebbe avuto dai 14 ai 24 anni e per altri ancora 19 anni. E ancora, secondo la tradizione, Maometto dopo la morte venne sepolto nella "camera di Aisha", all'interno della sua stanza, laddove sarebbe stata poi fatta la Moschea del Profeta.
E ancora, in arabo il nome Aisha significa "Madre dei credenti". Tanto che dopo la morte di Maometto la donna divenne un punto di riferimento per tutto il mondo islamico. Insomma, la scelta di Silvia Romano ha un profondo significato simbolico, che mette in luce qualche aspetto in più circa la sua conversione.