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Terreni Expo. La Moratti punta sul comodato; Formigoni scettico

Non si sblocca la matassa con il gruppo Cabassi e la Fondazione Fiera Milano. Podestà (Provincia): "Se il Pirellone ha i soldi per acquistare si muova lui"
di Roberto Amaglio venerdì 23 luglio 2010

2' di lettura

Ma quale campagna elettorale? Ma quali giochi di potere per le prossime poltrone della città meneghina? In quel di Milano il tema forte è e resta l’Expo 2015 che, più che una grossa possibilità per la città della Madonnina e per tutta la Lombardia, rischia di trasformarsi in una colossale – e pericolosa – gatta da pelare. Nonostante gli incontri, praticamente ininterrotti, con i proprietari dei terreni (il gruppo Cabassi e Giampiero Cantoni per la Fondazione Fiera Milano) che dovevano portare a una soluzione entro la prima metà di luglio, la matassa riguardante l’acquisizione degli spazi non si vuole proprio sbrogliare. Se le posizioni dei proprietari sembrano essere ferme e risolute, quel che sembra mancare è la comunione d’intenti tra Comune, Provincia e Regione Lombardia: la parola d’ordine che proviene dal Pirellone, infatti, è comprare; Letizia Moratti e Guido Podestà, invece, sono intenzionati a seguire la strada del comodato d’uso. A certificare che le posizioni dalle riunioni dei primi di luglio non si sono affatto sbloccate è stato il presidente della Provincia meneghina Guido Podestà, intervenuto al centro congressi Corridoni all’incontro con i dipendenti in occasione del primo anno di amministrazione. "Se la Regione ha i soldi per comprare le aree Expo o se le fa regalare, faccia pure. Noi risorse non ne abbiamo e la soluzione è quella indicata". Ossia il diritto di superficie. L’unica soluzione che potrebbe finalmente spostare gli equilibri è l’allentamento del Patto di stabilità, un vero laccio emostatico che rischia di mandare in cancrena i piani per l’Expo. "I contributi dei soci di 126 milioni in 5 anni per Expo sono da levare dal patto di stabilità - ha auspicato Podestà -, perchè quello per Expo è un impegno del governo: se un cittadino cinese verrà nel 2015 per Expo non si fermerà solo a Milano ma andrà anche a Roma, Venezia, Napoli. Per questo noi, finché resteranno vincoli di questo tipo, continueremo a privilegiare interventi di altro tipo, come rimuovere l’amianto dalle scuole . Privilegiamo questa posizione rispetto ad altre, anche se sono di persone che ci sono amiche".

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