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Nuovi fondi per l'università a dicembre

Annuncio di Tremonti in conferenza stampa. E la Gelmini si appella ai ricercatori: "Non interrompete la didattica"
di Roberto Amaglio sabato 25 settembre 2010

2' di lettura

Dopo aver dovuto fare  i conti con i stringenti paletti economici fissati dal ministro Giulio Tremonti, questo pomeriggio Maria Stella Gelmini è riuscita a far allargare i cordoni del portafoglio al suo collega di governo. In una conferenza stampa a Palazzo Chigi, infatti, i due ministri hanno affermato che a dicembre si potranno stanziare dei fondi a favore dell’università, alle prese con la nuova riforma approvata dal Senato prima dalla Camera prima della pausa estiva. "In un mese o due sarà possibile stabilire quale sarà la ridotazione necessaria per un sistema universitario profondamente cambiato - esordisce Giulio Tremonti -, dove i capitali vengono utilizzati nel modo migliore e non dispersi". L’ammontare dello stanziamento sarà quantificata nel decreto di dicembre. Appello ai ricercatori - Se il ministro Tremonti si è concentrato sulle necessità economiche degli atenei italiani, la Gelmini è tornata sulle proteste che, anche in campo universitario, hanno animato i primi dieci giorni di settembre. A tal proposito il ministro ha lanciato un appello ai ricercatori. "Li invito a non interrompere la didattica. Il Governo si attiverà per favorire la carriera dei giovani studiosi, ma lo stop alle lezioni va a scapito degli studenti che rischiano di perdere molti mesi per il loro studio. Mi appello ai ricercatori perché si sentano considerati e valorizzati dal governo. C'è la massima attenzione alle loro esigenze. Con le risorse che abbiamo a disposizione non aumenteremo la pianta organica, ma verrà riqualificato il ruolo dei ricercatori con la possibilità di farli passare al ruolo di professori. Ma ciò deve avvenire in un clima di reciproca responsabilità, non a danno degli studenti". Solo spot - Critico e scettico il commento dell’Unione degli universitari (Udu). "Tanti spot mediatici per coprire il baratro dell’università italiana ormai sotto gli occhi di tutti. Mentre Tremonti parla oggi di risorse cela gli ulteriori tagli ai finanziamenti statali, al diritto allo studio. La riforma Gelmini va fermata, vanno eliminati i tagli e bisogna iniziare a discutere di una riforma seria che dia prospettive all’istruzione universitaria pubblica, alla ricerca pubblica, al diritto allo studio, al futuro del Paese. Sono queste le ragioni delle mobilitazioni del il 4, 5 e 6 in tutti gli atenei d’Italia".

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