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Un'altra tragedia al porto di Livorno. Camionista muore travolto da un tubo

E' il secondo incidente mortale sul lavoro in pochi giorni. I lavoratori,sconvolti, indicono lo sciopero
di bonfanti ilaria sabato 19 giugno 2010

2' di lettura

E' il secondo incidente mortale sul lavoro in soli due giorni.  Un camionista di La Spezia, Francesco Ratti, 46 anni, è morto schiacciato da un tubo di oltre 15 metri, in acciaio pesantissimo,  durante la fase di scarico del camion nel porto di Livorno. Secondo una prima ricostruzione effettuata un mezzo meccanico stava provvedendo in automatico a scaricare i tubi, mentre l’autotrasportatore si trovava dalla parte opposta rispetto alla movimentazione del carico. Uno dei tubi è precipitato velocemente, uccidendolo sul colpo. Il camionista ha riportato diverse  lesioni provocate dallo schiacciamento dell’addome. I lavoratori del porto labronico hanno indetto immediatamente uno sciopero, spaventati ed indignati dinnanzi ai tragici episodi, che si protrarrà fino alle 19.30. LIVORNO, 15 GIUGNO 2010 - Fino a qualche istante prima era sulla banchina, a terra, con un collega di lavoro. Che, il crudele destino ha voluto si assentasse. Il protagonista della tragica vicenda è morto al porto di Livorno, nel cantiere navale Azimut Benetti, annegato. Dashnor Qualliaj,di origine albanese, manovale al porto, innavertitamente ha urtato contro un tubo ed è caduto in acqua. Sono da poco trascorse le ore 8.30 ed i compagni di lavoro, non vedendolo nelle vicinanze, cominciano a preoccuparsi. Ma non si immaginano lontanamente la tragedia che li ha colpiti. Passano i minuti e, dalle testimonianze raccolte dai Carabinieri,il fratello Ari lo chiama ininterrottamente sul cellulare, che risulta sempre spento. L'allarme viene lanciato alle ore 8.45. Qualche minuto dopo, sulla superficie dell'acqua galleggiano i suoi guanti da lavoro. Qualliaj non sa nuotare e l'acqua è profonda una quindicina di metri. Il fratello della vittima ed i colleghi sono tutti sulla banchina 78 del porto, nella speranza di vederlo riemergere. Sopraggiunge il responsabile della ditta Mondial Metal Cm con i sommozzatori ed i vigili del fuoco che si buttano in acqua. Servono solo pochi minuti per ritrovare il corpo senza vita del ragazzo. Lacrime e disperazione tra i presenti, accorsi sempre più numerosi. La vittima aveva 38 anni, una moglie e due figli che lo aspettavano a casa. Ed è morto così, al porto. Non sapeva nuotare e, forse, per necessità economiche, pur di mantere il posto di lavoro aveva mentito. Una bugia che gli è costata la vita.

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