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Sacrosanto bocciare chi non saAnche in prima elementare

Pontremoli, respinti 5 alunni (uno disabile): i genitori minacciano la class action. Ma è ora di finirla con le classi-pollaio
di Andrea Tempestini sabato 16 giugno 2012

3' di lettura

  Cinque bambini di prima elementare bocciati in due classi della stessa scuola costituiscono certamente un problema da esaminare discretamente e approfonditamente, ma se cascano nel pentolone della politica italiana, se finiscono nelle fauci di genitori che pur di non ammettere una dura realtà, preferiscono far ricadere la colpa sulla scuola e solo sulla scuola; se diventano il pretesto per una bella tirata politically correct di una senatrice del Partito Democratico a corto evidentemente di argomenti polemici, al grido del trito «ah, se governassimo noi..»; se parte immediatamente il trombonismo nazionale sulla scuola diventata cattiva e disumana, sulla scuola che lascia indietro i meno privilegiati, che, udite udite, privilegia selezione e meritocrazia, allora siamo pronti per una bella sceneggiata italiana, al ritmo di Don Milani, con alcune certezze: è colpa di qualcun altro, preferibilmente del sistema, meglio, di Berlusconi. Viene in mente a qualcuno che la promozione coatta di cinque bambini che, anche a detta dell’insegnante di sostegno, non sono in grado di leggere e di scrivere, sia forse una crudeltà maggiore, una scelta vile che li consegna a frustrazione, senso di inferiorità, e che se sono stranieri fingere che possano stare con i madre lingua italiani, e chiamarla solidarietà e accoglienza, sia ancora più sbagliato? Viene in mente a qualcuno che la scuola non è un pronto soccorso, ma un luogo di istruzione e formazione, e che se ai cittadini italiani si comincia da lì, dall’inizio, a far credere che la società è una mucca da mungere, che ci deve assolvere, assistere in tutto, poi finisce non solo con i bamboccioni, ma con la tragedia economica e civile nella quale ci troviamo oggi immersi? Macché, mi daranno della razzista e della fascista! Amen.   Giusto bocciare chi non sa. Anche in prima elementare Siete d'accordo con Maria Giovanna Maglie? Votate il sondaggio   Di seguito leggetevi la storia con le iniziative dei genitori, le testimonianze dell sindaco, che è un insegnante, l’iniziativa demagogica del Pd. Nell’Istituto «Giulio Tifoni» di Pontremoli, grande lo stupore dei genitori dei bambini all’uscita dei risultati degli scrutini: due bimbi italiani (tra cui un disabile) e tre stranieri, alunni di due prime classi, a settembre si ritroveranno a ripetere l’anno scolastico, cominciando così nuovamente il loro percorso. I genitori però non vogliono arrendersi a quella che definiscono un’autentica ingiustizia. «Non riteniamo imputabile ciò alla mancanza di professionalità dei docenti - hanno dichiarato - piuttosto puntiamo all’impossibilità di seguire con attenzione necessaria trenta bambini tra i cinque e i sei anni, ciascuno con la propria capacità di apprendimento». Nelle intenzioni dei genitori pare ci sia addirittura una «class-action» che consisterebbe in un atto contro il Ministero dell’Istruzione e i dirigenti preposti per ottenere, se previsti, anche risarcimenti a livello esistenziale. I soldi, insomma.  «Quello che viene effettuato è sicuramente il risultato di valutazioni ponderate da scuola e spesso anche famiglia - replica, cercando di far prevalere il buon senso e la ragione, il sindaco di Pontremoli, Lucia Baracchini, che è anche dirigente scolastico in istituti di un altro comune - la bocciatura è un modo di garantire requisiti essenziali allo svolgimento di un percorso scolastico corretto, senza dimenticare che la priorità della scuola è il bambino e la sua istruzione. Le classi-pollaio? Sono certa che questo non c’entri, ci sono sempre state classi molto numerose. I bambini vivono in maniera forte le dichiarazioni dei genitori e alla fine gli unici a rimetterci saranno proprio loro. È ora di ridare alla scuola la sua priorità e riconoscere la sua finalità principale: quella formativa».  Sentitevi ora l’attacco della tiratona del Pd,  un’interrogazione urgente al ministro dell’Istruzione Alessandro Profumo, con la richiesta di inviare un’ispezione. «È questo - chiede Francesca Puglisi, responsabile Scuola Pd - che deve fare la scuola? Portare avanti piccoli eccellenti e lasciare indietro chi parte con qualche svantaggio? È questo il compito della scuola? Il rifiuto, l’esclusione in quella tenera età, lascia impronte profonde nell’anima. Manifestiamo tutto il nostro sdegno per quel che è successo e continueremo a combattere perché la scuola dell’inclusione possa continuare a essere la spina dorsale di un Paese che ha bisogno di rialzarsi sapendosi tenere per mano anche con chi è più debole». Qualche svantaggio non essere in grado di leggere e scrivere? La scuola dell’inclusione, ovvero degli analfabeti, come futura spina dorsale del  Paese? Poveri noi, non cambia mai niente, è sempre il ’68. di Maria Giovanna Maglie  

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