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Napoli e razzismo Rai, Gramellini contro Saviano: le penne di sinistra finiscono nel bidet

Dopo la bagarre sulla battuta del giornalista del tgR Piemonte, la polemica arriva ai piani alti del gotha progressista
di Roberto Procaccini sabato 27 ottobre 2012

2' di lettura

Ma chi l'avrebbe mai detto che su banali questioni campanilistiche sarebbero cadute due delle più raffinate penne del centrosinistra italiano? Invece è così. Massimo Gramellini contro Roberto Saviano, Fai Bei Sogni contro Gomorra, Buongiorno contro l'Antiitaliano. Una guerra civile nel salotto di Fabio Fazio causata dagli strascichi di un incontro di campionato condito di offese razziste marchiate Rai. L'orgoglio sudista - Il casus belli è la battuta del giornalista del tgR Piemonte Giampiero Amandola: "I napoletani li riconoscete dalla puzza", ha detto intervistando due tifosi bianconeri. Sul web è montata la protesta dei supporter partenopei e, più in generale, di quanti si sentivano offesi da una leggerezza del genere (ma questa è storia nota). Tra gli indgnados, anche Saviano. L'editorialista del gruppo l'Espresso ha detto la sua su Twitter ("Quando i piemontesi videro il bidet nella Reggia di Caserta lo definirono oggetto sconosciuto a forma di chitarra") citando, niente di meno, la risposta di qualcosa che dovrebbe essere quanto più lontano è possibile da un vero giacobino del sud: un'associazione neoborbonica. La risposta sabauda - Gramellini non è juventino (anzi, è della sponda granata), ma è torinese doc. Quindi si è sentito chiamato in causa dall'affondo del guru dell'antimafia. Allora che fa, l'autore dei fondi quotidiani della Stampa? Scrive un pezzo formalmente in risposta allo sventurato giornalista Rai, ma sostanzialmente indirizzato a Saviano. Gramellini, cioè, si cala nell'agone come l'ultimo dei tifosotti campanilisti. "In Piemonte all’epoca non avevano i bidet - scrive -. Però avevano le fogne. Mentre i rimpianti Borbone, per potersi pulire le loro terga nel bidet, tenevano la gran parte della popolazione nella melma". Gramellini, lo storico - Apriti cielo. Il passaggio non solo non è passato inosservato, ma ha iniettato ulteriore veleno in un clima tutt'altro che sereno. Irrequieti i napoletani, ieri accostati da un giornalista Rai alla puzza, oggi da uno della Stampa alla melma. Pubblico partenopeo che, dalla rete, solleva un interrogativo: Napoli ha avuto il primo acquedotto sotterraneo in età greco-romana e la prima rete fognaria nel XVI secolo; a Gramellini converrà condurre la discussione proprio sul piano storico?  

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