Roma, 14 apr. (Adnkronos) - Piazza della Loggia non piu' il cuore della citta' di Brescia, semplicemente una data, '28 maggio'. Manlio Milani, presidente dell'Associazione vittime della strage avvenuta nel 1974, quel 28 maggio di trentotto anni fa si trovava in piazza. Nell'esplosione ha perso la moglie Livia: "anche dopo trentotto anni - afferma Milani - piazza della Loggia per me non e' piu' il cuore di Brescia. E' solo una data. Questo e' il peso della non giustizia". Di quel periodo, Milani ha deciso di conservare soltanto un oggetto. Una cosa che conserva gelosamente e che gli ricorda la moglie: "e' la sua tesi di laurea sul 'Gattopardo' - racconta all'Adnkronos -. E' l'unica cosa materiale che conservo di allora perche' penso che non possa essere un oggetto a tenere in vita le cose". Il ricordo e il dolore legati a quella giornata restano incancellabili: "per noi il 28 maggio doveva essere una giornata di festa e di impegno. Eravamo insieme ad amici che sono morti in seguito all'esplosione". "Quel giorno - ricorda - i sindacati avevano dichiarato lo sciopero generale". Milani sente ancora tutto il peso di quella giornata: "questa strage non e' stata una fatalita': chi venne colpito, aveva scelto di essere in piazza. E poi non posso dimenticare che di quegli otto morti, cinque erano insegnanti: la contrapposizione tra la societa' civile e la societa' barbarica".