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Il delirio del Codaconscontro i nostri marò

L'associazione dei consumatori critica "lo sperpero di denaro pubblico" impiegato per riportare in Italia Latorre e Girone per le feste di Natale
di Andrea Tempestini domenica 23 dicembre 2012

Latorre e Girone

3' di lettura

  di Mario Giordano Adesso denunciano lo Stato perché ha portato a casa i due marò. Se non fosse una notizia, sarebbe una barzelletta: il Codacons ha presentato un esposto alla Corte dei Conti contro le spese sostenute per far rientrare dall’India Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i militari italiani arrestati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori. Secondo i guru dei consumatori si tratterebbe di «sperpero di denaro pubblico», esattamente come il rimborso del mojito al Trota e del lecca lecca al suo collega in Consiglio regionale. Anche il volo aereo di rientro, per dire, a detta dell’associazione sarebbe giustificato quanto quello di Mastella (con figlio) a Monza per il famoso Gp. Ma insomma, si chiedono: com’è possibile che ai due militari non sia stato chiesto, come minimo, il prezzo del biglietto? Magari non prezzo pieno, ecco: si poteva al massimo fare uno sconto, il Codacons forse avrebbe chiuso un occhio. Ma tutto gratis, Kochi-Ciampino, proprio no. Vi rendete conto? Quello è un viaggio di lusso, come la vacanza di Fiorito a Porto Cervo o le finte missioni  dei politici in Australia o alle Seychelles. Roba che non si può pagare con il denaro pubblico. Niente  niente che sull’aereo gli avranno dato anche il rancio? Un bicchiere d’acqua? Ma siamo matti? E chi lo paga? Poi avranno fatto anche una telefonata a casa. Magari fumato una sigaretta. E appena sbarcati a Ciampino a qualcuno sarà mica venuto in mente di offrire loro un caffè con il denaro della missione? Nel caso, si tratta di evidente episodio di peculato, peggio di Batman. Parola del Codacons.  Del resto anche gli americani fanno così, no? Per esempio: vi ricordate “Salvate il soldato Rayan”? Ebbene: appena quel militare è stato riportato in patria, il Codacons stelle e strisce è intervenuto calcolatrice alla mano. Quanti proiettili sono stati sparati? Quante bombe a mano? Non è forse «sperpero di denaro pubblico»? La lezione dev’essere chiara: quando un soldato del tuo Paese viene bloccato, per qualsiasi motivo, in uno Stato straniero tu devi lasciarlo lì (e questo siamo riusciti a farlo benissimo per molti mesi senza l’aiuto del Codacons). E se per caso provi a portarlo a casa (e qui il Codacons diventa fondamentale) devi farlo senza spendere un euro. Magari con la forza del pensiero. O con l’imposizione delle mani, chi lo sa? All’associazione consumatori dà in particolare fastidio il picchetto d’onore. Quello proprio non va giù. Loro, per dire, avrebbero preferito che i due, essendo ancora sotto processo in India, anziché al Quirinale  fossero stati accompagni a Regina Coeli. Direttamente. Magari dovevano fargli togliere la divisa, indossare un bel saio, anziché gli anfibi un paio di sandali francescani. Del resto è chiaro, no? Si sono macchiati di una grave colpa: sono andati fino in India per un gita di piacere, una piccola vacanza pirat-watching, escursioni appositamente organizzate per andare a scovare i corsari che assaltano le nostre petroliere. E sono finiti nei guai per quello: per la loro curiosità, mica perché stavano servendo lo Stato. Per questo il Codacons s’indigna. E chiede loro la restituzione dei soldi. Ogni settimana, per fare un esempio, lo Stato italiano spende soldi su soldi per andare a recuperare sci alpinisti che rimangono bloccati sulle vette a causa della loro imprudenza o aspiranti lupi di mare che perdono la direzione del vento e rischiano il naufragio senza nemmeno il conforto dell’Isola dei famosi.  Che il Codacons abbia chiesto con forza la restituzione di questi soldi? Che i consumatori si siano indignati per lo sperpero di denaro pubblico? Macché. Lo scandalo è il rientro dei marò. Ma sicuro: lo Stato italiano è parso, alla nostra amata  associazione, troppo solerte nel condurre in porto l’operazione. In effetti  ci ha messo dieci mesi per ottenere una breve vacanza di Natale.  Un record, vero? Poi ha pagato una cauzione, ha promesso che li restituirà diligentemente ai tribunali indiani fra 15 giorni e li ha riportati a casa in aereo, anziché in canoa, e in divisa, anziché in tuta di lavoro e col mocho vileda in mano.  Un vero sussulto di orgoglio nazionale: roba da far invidia alle Falkland di Margaret Thatcher, roba che in confronto la Sigonella di Craxi è un momento di debolezza. Tutto sommato, a pensarci bene, il Codacons ha ragione: in questa vicenda ci sono stati molti sprechi. Qualcuno ha sprecato l’occasione di far sembrare l’Italia un Paese rispettato nel mondo. E qualcuno,  invece, ha sprecato l’occasione di stare zitto.  

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