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Pd, Mucchetti rivela: il libro sulla Casta serviva ad aprire la strada a Montezemolo

L'ex giornalista del Corsera, oggi nel Pd, spiega: "Il libro serviva a spaccare il sistema e ad aprire la strada a Luchino". Ma ha favorito Grillo
di Sebastiano Solano domenica 21 aprile 2013

2' di lettura

di Sebastiano Solano La Casta, successo editoriale del 2007 scritto da Gian Antonio Stella a Sergio Rizzo, non è solo un libro. O almeno, non nelle intenzioni. Doveva avere, anche e soprattuto, uno sbocco politico. Ora, dopo l'exploit del M5S alle ultime elezioni, sono in molti a vedere in quel libro l'origine dell'ascesa dei grillini. Ma non era questo il finale immaginato dagli autori e da Paolo Mieli, allora direttore del Corriere della Sera, il quotidiano della premiata ditta Rizzo&Stella.  Un libro per Montezemolo - I frutti della guerra alla Casta erano destinati a finire nel cesto di Luca Cordero di Montezemolo, non in quello di Beppe Grillo. Lo rivela in un'intervista a ItaliaOggi Massimo Mucchetti, al tempo al quotidiano di Via Solferino e oggi parlamentare del Pd. Afferma Mucchetti: "Ho lavorato fino al 2012 al Corsera, che ha vuto il merito di denunciare con le grandi inchieste di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, sprechi, malversazione e privilegi". E fin qui niente di strano. Ma poi la rivelazione: "Quelle inchieste si accompagnavano a una campagna politica che, mettendo in luce le debolezze reali del governo Prodi, puntava sui tecnici che avrebbero dovuto avere alla loro testa Montezemolo". Insomma, la strategia era: abbattere la Casta e favorire l'ascesa di Montezemolo. Ma come dice Mucchetti, la mossa si è rivelata "Una grande idea giornalistica", ma "una piccola idea politica". Finito per favorire Grillo - Obiettivo raggiunto, almeno in parte: il governo dei tecnici ce lo abbiamo avuto e difficilmente lo dimenticheremo, anche se guidato da Mario Monti e non da Montezemolo, che però con la sua Italia Futura ha messo a disposizione di Monti e della sua ultima candidatura una struttura e una macchina elettorale. Il risultato, però, come noto non è stato quello auspicato: dopo la deludente esperienza del governo tecnico, gli italiani hanno premiato oltre ogni aspettativa in movimento di Beppe Grillo. In definitiva, invece che attaccare e inveire contro i giornalisti, il comico genovese dovrebbe ringraziarli. Almeno quelli de Il Corriere. 

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