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Val di Susa, i 156 grillini elettivanno alla manifestazione dei NoTav I Servizi: "Allarme insurrezione"

I parlamentari a Cinque stelle rispondono in massa alla chiamata di mobilitazione nazionale contro l'Alta Velocità
di Nicoletta Orlandi Posti giovedì 28 febbraio 2013

3' di lettura

  Tutti e 156 parlamentari del Movimento Cinque Stelle il 23 marzo prossimo si ritroveranno in Val di Susa. Ma non per festeggiare il risultato elettorale laddove le percentuali dei consensi hanno raggiunto numeri bulgari. I grillini eletti si metteranno in viaggio da tutta Italia per rispondere alla chiamata nazionale dei NoTav che vogliono chiudere una volta per tutte la questione sull'Alta velocità in Val di Susa e impedire la realizzazione della contestata linea Torino-Lione. I grillini saranno in prima fila per "ribadire, che tutti noi, dal primo all’ultimo siamo contro questa inutile e costosa grande opera", hanno tuonato i capolista del M5S in Camera e Senato in Piemonte, Laura Castelli e Marco Scibona.  Insomma non hanno perso tempo a dimostrare chi sono. E la cosa fa paura. Anche perché secondo il rapporto dei Servizi Segreti reso noto oggi viene individuato proprio in Val di Susa, tra i NoTav, il focolaio che potrebbe incendiare il Paese. "Dinamiche violente - si legge nella Relazione dei Dis - hanno continuato a caratterizzare la mobilitazione contro l’Alta Velocità in Val di Susa, assurta negli ambienti antagonisti a modello esemplare di lotta: la protesta, già connotata in chiave ambientalista e antigovernativa, ha assunto una specifica valenza nell’ottica antirepressiva, a seguito dei numerosi arresti di attivisti no Tav". "Un ruolo trainante", secondo gli 007, rivestono "le frange anarco-insurrezionaliste, principali protagoniste delle azioni radicali nella Valle, determinate ad alimentare la protesta contro la Tav superandone i limiti localistici per diffondere il 'conflitto' nei territori". In considerazione delle caratteristiche proprie dell'area, tradizionalmente non omogenea e aperta all'adozione di strategie di lotta diversificate, i Servizi ritengono che "la minaccia rimanga potenzialmente estesa e multiforme, suscettibile di tradursi in una gamma di interventi''. Eventualità, segnala l'intlligence, ''che può comprendere sia attentati 'spettacolari' potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi FAI (Federazione Anarchica Informale), sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle eventualmente emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica dell'anarco-insurrezionalismo che individua nel compimento stesso del gesto e nella scelta dell'obiettivo la 'riconoscibilita'' della matrice''.  Ulteriori fermenti di lotta, rilevano i Servizi, si registrano contro la linea Verona-Brennero, in Trentino Alto Adige, e la tratta Genova-Milano, nell’ambito del progetto denominato Terzo Valico per la linea Genova-Rotterdam. Ciò a testimonianza di una contaminazione dello schema contestativo anche in relazione ad altri interventi infrastrutturali che interessano il Paese. Si è confermato il ricorso ad azioni continue ma di 'bassa intensita”, secondo una prassi (cosiddetta 'strategia di logoramento') ritenuta cautelativa per gli antagonisti ma fortemente onerosa per l’azione di contrasto".  Tutte battaglie che i grillini sposano in toto. Scibona, che vive a Bussoleno, in valle di Susa, non invita alla mobilitazione "in massa" per tutte le manifestazioni contro le grande opere: il 16 marzo a Messina "per chiudere definitivamente la questione del ponte sullo Stretto", il 23 alla marcia Bussoleno-Susa contro la Torino-Lione, il 30 a Niscemi per fermare il Muos (il sistema di comunicazioni satellitari gestito dalla Difesa degli Usa). Ma non solo. Il neo senatore 'grillino' si scalgia contro le indagini giudiziarie che hanno riguardato il movimento No Tav: "Non vogliamo opporci alla magistratura che è libera ed indipendente - premette - ma sottolineeremo comunque determinate situazioni che si dovessero verificare. In passato abbiamo assistito a mobilitazioni di uomini e mezzi per questioni futili mentre in altri casi non si è mosso un dito, non si fatte neppure le indagini".  

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