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Boldrini, sullo Ius soli sta con la Kyenge: "Cittadinanza agli immigrati nati in Italia"

La presidente della Camera dalla Calabria rilancia: "I figli degli immigrati sono nati qui. Bisogna prendere atto del fatto, quindi, che sono italiani"
di Ignazio Stagno domenica 14 luglio 2013

Cècile Kyenge e Laura Boldrini

2' di lettura

Laura Boldrini ha un chiodo fisso: la cittadinanza agli immigrati. Così durante una visita a Lamezia Terme, la presidente della Camera rilancia e fa da sponda alla Kyenge: "In tempi di globalizzazione non si può ignorare la realtà e cioè che nel Paese ci sono persone che vengono da altri luoghi ma che fanno parte della nostra società - ha spiegato la terza carica dello Stato - in Italia ci sono oltre quattro milioni di immigrati. Tanti figli di questi immigrati sono nati qui e sono cresciuti con i nostri figli. Bisogna prendere atto del fatto, quindi, che sono italiani". La legge si farà - La Boldrini snocciola dati e disegni di legge. E' certa che prima o poi lo ius soli arriverà anche in Italia: "Alla Camera sono state depositate ben 17 proposte di legge che puntano a cambiare le norme sulla cittadinanza, sono tutti provvedimenti all’esame della commissione Affari costituzionali e il fatto siano così tante è il segno di come il tema sia così sentito nel nostro Paese, perchè quelle 17 proposte hanno avuto moltissime sollecitazioni".   Sponsor Napolitano - Poi la Boldrini tira per la giacchetta anche Re Giorgio e lo usa come sponsor della legge sulla cittadinanza: "Il Capo dello Stato ha ricordato più volte ai partiti che i figli di immigrati nati in Italia sono parte del nostro tessuto sociale e che la legge sulla cittadinanza deve aggiornarsi ai tempi - continua la Boldrini - Mi auguro che l’invito del presidente, che è anche il mio, possa essere ascoltato dai partiti uscendo da logiche di contrapposizione". Infine arriva l'ennesimo appello: "La politica esca da questa cornice populista; non si faccia dell’immigrazione una bandiera o uno strumento di propaganda e si recuperi quella discussione che è stata evocata da Papa Francesco a Lampedusa. Piangiamo quindi i cadaveri degli immigrati morti in mare e indigniamoci anche contro coloro che esultano davanti a una barca affondata". (I.S.) 

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