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Benedetto XVI cambia il presidente dello Ior:nominato il tedesco Von Freyberg l'ultimo gesto di un Papa per nulla stanco

Il Pontefice prima di lasciare sistema tutto, mette le mani sulla Banca vaticana, detta l'agenda alla Chiesa e pensa al suo successore
di Ignazio Stagno domenica 17 febbraio 2013

Papa Benedetto XVI all'Angelus, da San Pietro

2' di lettura

Il Papa il 28 febbraio lascerà il Soglio di Pietro. Pur essendo un Pontefice dimissionario, Benedetto XVI continua ad agire e a picconare dentro le stanze vaticane. Nessuno si aspettava prima del "gran rifiuto" una nuova nomina la vertice dello Ior, la banca vaticana. L'uomo scelto per gestire i conti della Chiesa è un altro tedesco. Ernest Von Freyberg è il nuovo presidente dello Ior. Una nomina che dà un segnale chiaro ai cardinali e ai vescovi: prima di mollare cambio tutto. Lo Ior è il cuore pulsante del Vaticano. Ha un ruolo chiave negli affari della Chiesa. Questa mossa ha un valore anche geopolitico. Nel board dello Ior si rafforza la posizione della Germania e quella degli Stati Uniti che già dispongono del segretario Carl Anderson. Benedetto XVI ha in pratica brucitao la nomina più prestigiosa che spettava al nuovo Papa. Prima di alsciare Ratzinger vuole agire in maniera diretta e con la mano pesante. Ratzinger ha nominato un nuovo presidente allo Ior ma non ha agito sui sistemi di controllo. Sistemi di controllo poco trasparenti -  Lo Aif, l'istituto che vigila sull'operato dello Ior non è stato cambiato. Ci si aspettava un'apertura. L'Aif infatti è stato accentrato in aniera consistente alla segreteria di Stato. In pratica il controllore è quasi il controllato. Un'apertura ad organi esterni avrebbe garantito maggiore trasparenza. Ma il Papa va avanti. In pochissimi gironi ha cambiato il vertice della banca, ha in pratica fatto pressioni per indicare il suo successore ed ha criticato aspramente le divisioni e gli interessi temporali della Chiesa.  Attivo come mai - Ieri salutando i sacerdoti della curia romana, Benedetto XVI aveva esortato la Chiesa a non lasciare come lettera morta il Concilio Vaticano II. "Quello è stato un Concilio mediatico, che ha lasciato lontano l'opera riformatrice della Chiesa. In questo anno, che è l'anno della Fede spero si possa davvero intraprendere quel cambiamento che è neccessario". Una vera e propria agenda programmatica. Il Papa dimissionario è più attivo di quello che avevamo conosciuto fino ad una settimana fa.

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