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Milano, sgominata babygang di minorenni: pestavano e rapinavano gay, ebrei, clochard e stranieri

Quattro arresti e dodici segnalazioni. Tra loro il figlio di un presunto boss della camorra. I leader della banda una coppia di fratelli gemelli.
di Roberto Procaccini lunedì 30 settembre 2013

2' di lettura

Pestavano gay, stranieri, clochard ed ebrei. Rapinavano i loro coetanei sottraendo loro portafogli, cellulare e accessori d'abbigliamento. Si facevano chiamare la "gang di via Creta", o la "gang di Baggio", e per mesi hanno imperversato nei quartieri della periferia sud di Milano. Sono circa venti ragazzi (quasi tutti minorenni) e la loro carriera criminale è finita oggi, quando per quattro componenti della gang (tra i quali i due capi, una coppia di fratelli gemelli) sono scattate le manette con l'accusa di lesioni, rapina, minacce e ingiurie, mentre altre 12 persone sono state segnalate. Le imprese della gang - La prima denuncia a carico della "gang di via Creta" risale all'ottobre 2012. I due gemelli leader della banda pestano e derubano un ragazzo di 16 anni di fede ebraica, gridandogli offese di stampo antisemita. La vittima delle violenze, però, non si è lasciato intimidire e ha denunciato alla Polizia, segnalando la presenza delle foto della refurtiva sui profili Facebook dei suoi due aguzzini. La persecuzione del diverso - Le forze dell'Ordine arrivano a uno dei bersagli preferiti della gang, un omosessuale di mezz'età picchiato e rapinato in più occasioni. L'uomo, che ha identificato i suoi aguzzini, era arrivato al punto di non uscire più di casa per non correre il rischio di doversi confrontare con loro. Il colpo all'Arco della Pace - Il 24 maggio la gang si spinge fino all'Arco della Pace (Parco Sempione) dove si accanisce prima su un clochard, e poi sulle persone che prestano soccorso al malcapitato. Al termine dell'incursione, i ragazzi si danno arie gridando: "Fate girare la voce: quelli di Baggio sono arrivati all’Arco della Pace". I rapper - Qualche sera dopo la banda aggredisce tre giovani cantanti hip-hop di origine eritrea che si stanno intrattenendo con il titolare di una kebaberia in via Forze Armate (dove avevano da poco girato un video musicale). Dei tre musicisti, uno guadagna 30 giorni di prognosi, un altro l'intervento per la ricostruzione dello zigomo. La gang, però, solo due giorni dopo insegue i tre interpreti hip-hop fin dentro una farmacia, davanti alla quale si assembrano venti persone armate di bastone. La ciurmaglia - I quattro arrestati (i gemelli L.L. e Y.L., 17 anni, C.A.,17 anni, e L.P., che nel frattempo ha compiuto 18 anni), provengono tutti da contesti di marginalità sociale. Uno di loro è il figlio di un presunto boss della camorra della zona. Gli inquirenti non hanno riconosciuto l’aggravante razziale nei crimini commessi: si tratta di un gruppo di criminali senza una vera connotazione politica, è la spiegazione offerta. "Siamo convinti che si siano resi responsabili di molti altri episodi - dice Debora Luzzi, vicedirigente del commissariato di Lorenteggio - e invitiamo le altre vittime a uscire allo scoperto e denunciare. Vigiliamo, sappiamo chi sono e vogliamo stroncare il fenomeno sul nascere. Chi denuncia non sarà lasciato solo".

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