"A Silvio Berlusconi non piacciono le toghe rosse - spiegava serafico e ironico Marco Travaglio nel suo sermone a Servizio Pubblico -, preferisce quelle sporche", cioè corrotte. Già, perché al Fatto quotidiano le toghe piacciono solo così: dure e spietate, dei torturatori verbali. Quando invece sono un po' "svogliate", testuale, solo perché educate e con la cattiva abitudine di non torchiare l'interrogato a muso duro. Sotto sotto, forse, sono pure colluse. Con chi? Ma con Berlusconi, naturalmente. Basta leggere il pezzo di Marco Lillo sul Fatto di oggi, venerdì 27 settembre, che riferisce particolari dell'interrogatorio del 17 maggio scorso cui il pm di Bari Pasquale Drago ha sottoposto il Cavaliere. Doveva massacrarlo, è invece gli ha fatto solo domande. "Svogliate", appunto. A un certo punto prende le distanze dall'inchiesta su Tarantini nata a Napoli e a Berlusconi e ai suoi legali sottolinea: "Avete certamente notato che io un errore elementare di questo tiponon l'ho commesso nel capo di imputazione". E Lillo aggiunge: "L'avvocato Piero Longo magnanimo: L'abbiamo già visto". Forse quelli del Fatto quotidiano volevano la rissa. Succede poi che il pm Drago intervenga mentre il Cav parla delle sue telefonate quotidiane, "72". "Con gli incarichi che ha lei, 72 sono poche!", commenta il pm. Non l'avesse mai fatto. A Lillo non passa per la mente che un atteggiamento "morbido" del pubblico ministero possa aiutare l'interrogato a sbottonarsi. No, Lillo lo voleva stile Torquemada. E quando Berlusconi ammette di aver millantato raccomandazioni a Tarantini per placarne il pressing, l'articolo sottolinea come Drago sia un po' troppo sussiegoso: "E' stata la bagia di un uomo politico". "Ammetto, ammetto - aggiunge Berlusconi -. Sono bugie di vita però sono innocue". Si parla poi di Guarguaglini, custodia cautelare, escort. E infine il congedo: "Presidente - saluta Drago -, io la ringrazio di essere voluto comparire". Di nulla, Drago, di nulla, è la chiosa di Lillo. Travaglio & Co. la mano a Berlusconi l'avrebbero anche tesa, ma porgendo la manetta.