Escort, inchiesta di Bari: "Berlusconi sapeva che le ragazze erano prostitute"

Un'informativa della Finanza dimostra che il Cav sapeva che le amiche di Tarantini avevano soldi. Nei prossimi giorni i giudici decidono se rinviarlo a giudizio
di Lucia Espositodomenica 29 settembre 2013
Silvio Berlusconi visto da Benny

Silvio Berlusconi visto da Benny

2' di lettura

Non si fermano gli attacchi giudiziari contro l'ex premier Silvio Berlusconi. L'ultimo arriva da Bari, dove il Cav è indagato per aver indotto Tarantini a mentire.  Nell'ultima informativa della Guardia di Finanza, si elencano le bugie che  l'imprenditore pugliese Gianpaolo Tarantini avrebbe raccontato nel corso dell'istruttoria. Un approfondimento era stato chiesto dai magistrati, guidati dal procuratore aggiunto Pasquale Drago: la Finanza ha riascoltato alcune intercettazioni alla luce delle dichiarazioni di Tarantini e delle deposizioni dei testimoni.  Le nuove carte - Ed è così che è nata l'informativa delle Fiamme Gialle ed  è anche sulla base di queste nuove carte che nei prossimi gironi i magistrati titolari dell'inchiesta dovranno decidere se chiedere il rinvio a giudizio del Cav. Tarantini ha sempre dichiarato che alle feste di Belusconi si faceva accompagnare da alcune amiche, ma nell'informativa si legge che il Tarantini è "stato sostanzialmente reticente". La Finanza scrive che la sera del 16 ottobre 2008 Tarantini portò a Palazzo Grazioli alcune ragazze per "trascorrere la notte". Tra queste, oltre alla Patrizia D'Addario, c'erano anche Barbara Guerra e Iaona Visan. "Il giorno dopo - scrive la Finanza - Tarantini e Berlusconi parlano al telefono di un compenso riconosciuto alle donne che avevano trascorso la notte a Palazzo Graziooli.  "Guarda - disse il Cavaliere a Gianpi - che hanno tutto per pagarsi tutto da sole queste qua, eh". Le parole di Berlusconi, secondo gli inquirenti, conferebbero l'ipotesi investigativa secondo le donne erano state pagate. E rafforzerebbe l'ipotesi accusatoria secondo cui Berlusconi avrebbe indotto Tarantini a mentire.