Incidenti stradali, danneggiati e testimoni "schedati" dalle assicurazioni

Le compagnie si giustificano con esigenze antifrode. Ma così si viola il diritto alla privacy di migliaia di cittadini, iscritti alla banca sinistri a loro insaputa
di Giulio Bucchidomenica 29 settembre 2013
Incidenti stradali, danneggiati e testimoni "schedati" dalle assicurazioni
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La schedatura di massa continua. L’occhio del grande fratello assicurativo, per non essere secondo a quello bancario, istituisce «l’anagrafe danneggiati» e «l’anagrafe testimoni», a insaputa degli interessati e senza il rispetto degli adempimenti richiesti dalla legge.  È uno scandalo - denuncia lo «Sportello dei diritti» - la violazione del diritto alla riservatezza di migliaia di cittadini con la banca sinistri: è necessario un intervento immediato del Garante della privacy. Si tratta, infatti, di una vera e propria «centrale rischi» di danneggiati e testimoni, rei di aver subìto lesioni a seguito di un incidente stradale o di avervi assistito. La semplice dichiarazione testimoniale scritta ad uso stragiudiziale è atto che determina l’iscrizione inconsapevole alla banca Ivass (Istituto vigilanza sulle assicurazioni che pare invece vigilare per le assicurazioni). In nome di presunte esigenze antifrode le compagnie ledono i diritti fondamentali della persona in violazione dei principi di correttezza e trasparenza previsti dalla normativa in materia. L’art. 13 del codice della Privacy, infatti, prevede che sia fornita agli interessati una completa informativa contenente le finalità del trattamento dei dati, l’origine dei dati raccolti, le misure di sicurezza e le modalità con cui esercitare l’irrinunciabile e costituzionalmente protetto diritto di accesso agli stessi. Illecito nell’illecito l’assunzione del dato non avviene direttamente, ma tramite soggetti terzi (avvocati, liquidatori etc) in aperta violazione di qualsiasi principio di tutela della riservatezza.  È compito del Garante arrestare immediatamente una simile barbarie e salvaguardare l’autodeterminazione informativa dei cittadini in base alla quale ciascuno di noi ha diritto di conoscere il proprio inserimento o rimozione da banche dati. In assenza di modifiche o interventi del Garante le assicurazioni sferrano così l’ennesimo colpo basso a cittadini e consumatori. La striscia legislativa che vede con occhio benevolo l’assicuratore contrapposto al cittadino frodatore continua inarrestabile. I governi cambiano, ma la politica destinata a gonfiare gli utili delle compagnie non conosce battute d’arresto. Il cittadino è porco e ladro, loro bravi guaglioni.  Le peggiori nefandezze legislative le approva ovviamente la sinistra che dovrebbe tutelare i poveri cristi, ma è più brava a garantire Unipol. Il gruppo di via Stalingrado in qualche anno, sotto la spinta di D’Alema, compagni e magistrati, ha fatto man bassa del mercato assicurativo nazionale. Iniziò il Baffetto con la L. 57/2001 e il d.lgs. 38/2001 a martellare la pelle dei danneggiati. Poi un decennio abbondante di vergogne: dall’indennizzo diretto al decreto Monti, passando per Balduzzi, con l’unico dichiarato obiettivo di far risparmiare le assicurazioni e impoverire gli assicurati, cioè noi. Ora un’altra perla: la schedatura collettiva, persino dei testimoni, in violazione di qualsiasi normativa in materia e della buona fede che dovrebbe ispirare qualsiasi contratto tanto assicurativo quanto sociale. Le assicurazioni millantano di essere mosse da esigenze etiche e antifrode: infatti, i risarcimenti calano e le polizze aumentano. La tortura del danneggiato continua... di Matteo Mion www.matteomion.com