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Priebke parla delle fosse Ardeatine:"Dopo due colpi mi sentii sollevato"

L'ex ufficiale nazista racconta l'eccidio: "Eseguivo gli ordini. Dio mi perdonerà"
di Ignazio Stagno domenica 6 ottobre 2013
Erich Priebke

Erich Priebke

1' di lettura

"Per noi fu terribile, fui sollevato dopo aver sparato i due colpi, come la gran parte di noi. Non eravamo affatto dei macellai". Erich Priebke, morto a Roma a 100 anni, pochi giorni fa era tornato a parlare e far parlare di sé. In un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung l'ex ufficiale nazista, raccontava la sua partecipazione all'eccidio della Forse Ardeatine, quel 24 marzo del 1944, che costò la vita a 335 italiani:"Kappler disse che gli ufficiali dovevano sparare per primi, ma uno non voleva sparare", spiegava. "Allora Kappler gli disse: ascolta bene, se tu non spari, dobbiamo fucilarti, chiaro? Allora a malincuore anche quello sparò e Kappler osservò che era stata ristabilita la disciplina". "Non ho pensato a nulla" -  "A quel punto abbiamo dovuto sparare di nuovo tutti", rievocava. Lui non si sentiva più un nazista: "Una volta finita, è finita, sono del tutto libero da convinzioni politiche", ma contrario a qualsiasi forma di dittatura "di destra o di sinistra, poiché c'è sempre qualcuno a soffrirne". L'ex ufficiale nazista diceva di non aver rimpianti: "Mah, non avevo scelta. La mia vita è andata così. Sono convinto che il Signore, se c'è, guida ogni persona così come vive. Nessuno è mai tornato dall'aldilà e ce lo ha raccontato. Non sappiamo se Dio esiste, non sappiamo se esistono il Cielo e l'inferno". 

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