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Stato-mafia, assolto il generale Mori"Non favorì latitanza di Provenzano"

Il Tribunale di Palermo: "Lui e Obinu non hanno commesso reato". Erano accusati di non aver catturato il boss, pur avendone la possibilità
di Andrea Tempestini domenica 21 luglio 2013

Mario Mori

2' di lettura

Il Tribunale di Palermo ha assolto il generale dei Carabinieri, Mario Mori, che nell'ambito del processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia era accusato di aver favorito, nel 1995, la latitanza del boss Bernardo Provenzano. Secondo l'accusa, Mori pur avendone la possibilità non aveva catturato il boss. E' stato assolto anche il colonnello Mauro Obinu. I due, nel dettaglio, erano accusati di favoreggiamento aggravato dall'agevolazione a Cosa nostra. La sentenza è arrivata dopo circa sette ore e mezza di camera di consiglio, ed è stata decisa dalla quarta sezione del tribunale presieduta da Mario Fontana. I due ufficiali erano presenti in aula. L'accusa aveva chiesto nove anni per l'ex generale del Ros Mori, mentre erano stati chiesti 6 anni e mezzo per il coimputato. La forma assolutoria, nella lettura della sentenza, è stata: "Perché il fatto non costituisce reato".    "Vergogna" - Mori non ha voluto commentare la sentenza, come il coimputato Obinu. Nel momento in cui venviva letto il dispositivo erano presenti una decina di esponenti del movimento Agende rosse, alcuni dei quali dopo l'assoluzione hanno iniziato a gridare: "Vergogna". Successivamente alcuni di loro hanno commentato: "Siamo indignati. Questo processo è la dimostrazione che lo Stato non processa se stesso. Speravamo che potesse accadere, ma anche stavolta non è accaduto. Conoscendo le carte, speravamo in risultato diverso ma sapendo i sistemi di potere che ci sono dietro ce lo potevamo aspettare. Noi continueremo a lottare per la verità". "Amareggiati" - Chi invece ha voluto commentare la sentenza è stato il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, che fa parte della pubblica accusa assieme al pm Nino Di Matteo. Così sull'assoluzione del generale: "Siamo amareggiati. Adesso si tratta di capire i punti di vista di chi, come il Tribunale, ha analizzato le carte. In tutti i processi - ha aggiunto - si può vincere e si può perdere, ma sono importanti le motivazioni. Bisogna vedere il ragionamento che hanno fatto i giudici per ritenere non credibili Riccio e Ciancimino, lo spiegheranno nelle motivazioni". La difesa - Un commento è arrivato anche dai legali di Mario Mori e Mauro Obinu. Ha parlato Basilio Milio: "Noi eravamo convinti di essere nel giusto - ha spiegato -. C'è stato qualche timore ad un certo punto, ma i giudici con questa sentenza di assoluzione hanno dimostrato di essere autonomi. Hanno agito con autonomia, leggendo le carte", ha ribadito.

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