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Berlusconi, le carte ignorate dai pm: anche la tv svizzera pagava Agrama

Un'inchiesta dei pm elvetici smonta la tesi di quelli italiani: il produttore Usa era il vero intermediario, non fittizio, della Paramount
di Giulio Bucchi domenica 8 settembre 2013

3' di lettura

A dirlo ai magistrati elvetici è un responsabile dell’emittente d’Oltralpe: «Anche la televisione svizzera pagò Frank Agrama, ma questi non è stato considerato dai giudici il socio occulto di Silvio Berlusconi, com’è accaduto in Procura a Milano e in piazza Cavour a Roma. Tanto che un’inchiesta aperta nel 2010 finì subito archiviata». L’esclusiva è del settimanale Tempi, che dopo avere  trovato gli atti, mai pubblicati in Italia, ha raccontato l’inquietante  circostanza sul suo sito.  I documenti della magistratura svizzera proverebbero che il produttore cinematografico americano, condannato in via definitiva nel processo sui diritti tv Mediaset insieme con Silvio Berlusconi, per le toghe svizzere, non è affatto un intermediario fittizio nella catena dei diritti televisivi, al contrario di quanto hanno invece sostenuto (fin dal primo grado di giudizio) i pm milanesi e poi i giudici di Cassazione. Frank Agrama, dicono gli elvetici, era stato «materialmente incaricato dalla Paramount di vendere diritti per film e fiction in Italia». E come non bastasse «il mandato della major americana riguardava tutte le tv italiofone, compresa, appunto, la Televisione Svizzera di lingua italiana (Rsi). Le carte dei magistrati svizzeri di cui è entrato in possesso il giornale diretto da Luigi Amicone, sarebbero quindi la dimostrazione che «anche la televisione ticinese dovette rivolgersi a FranK Agrama per acquistare i diritti televisivi della Paramount». Il produttore, coimputati di Berlusconi, il 3 agosto scorso è stato condannato dalla  corte Suprema a tre anni (condonati per effetto dell’indulto) in quanto ritenuto il «socio occulto» dell’ex capo del governo  nel meccanismo «criminoso» dei diritti televisivi.  Un sistema (scrivono i magistrati italiani in totale contrasto con quelli elevetici) che sarebbe servito a frodare il fisco e a creare fondi neri attraverso l’iscrizione a bilancio di costi fittizi e con una serie di passaggi societari truffaldini. Il documento pubblicato da Tempi, però, getta una luce del tutto diversa sul ruolo di Frank Agrama rispetto a quello tracciato dalle toghe di Milano e della Sezione feriale della Cassazione.  Rispondendo alla domanda di un giudice d’Oltralpe, si legge su Tempi.it  «il direttore delle finanze e dei controlli della Srg Ssr di Berna», ovvero la società  svizzera di radiotelevisione, «spiega che anche la stessa emittente ticinese dovette in più occasioni rivolgersi ad  Agrama per acquistare i diritti televisivi della Paramount». Il produttore statunitense, stando a quanto dichiarato a verbale dal responsabile della tv svizzera, «era conosciuto come il detentore esclusivo dei diritti di diffusione della Paramount per l’Italia e per la Svizzera di lingua italiana», perché, «in seguito ad alcune tensioni tra il diffusore pubblico Rai e Mediaset, la Paramount aveva cessato per diversi anni di trattare direttamente con i diffusori italiofoni». Il documento, tradotto dal francese e pubblicato per ampi stralci, riporta le domande del giudice istruttore svizzero al responsabile della Srg Ssr. E le relative risposte. Risposte che ribaltano la ricostruzione fatta dalle toghe di Milano sul ruolo di Agrama e quindi di Silvio Berlusconi condannato a 4 anni di reclusione. Le carte svizzere non sono redatte né da Franco Coppi né da Niccolò Ghedini, ma dall’Ufficio dei Giudici Istruttori di Berna. di Cristiana Lodi  

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